"Mi manchi...ma quando ci vediamo?"
"Scendi!"
"Cosa?"
"Scendi che ti do un bacio!!"
"Ma sei pazzo?"
"Di te!"
Post più popolari
-
Studiando per fare l'introduzione delle 8 sofferenze per riunione buddista 21 giugno 2018. Le otto sofferenze sono nascita, invecchiam...
-
Tre anni fa mi sono state regalate le cosiddette "worry dolls" da mia sorella. Attraversavo un periodo veramente frenetico ed ero ...
-
Poi arriva quel messaggio. Quando meno te lo aspetti. Nella frenesia di un pomeriggio qualunque prendi il telefono e scrivi un pensiero do...
-
Completamente uniti. È così che tutti siamo. Vicini, uniti, anime e carne. Facciamo parte dello stesso cielo, della medesima energia, dell...
-
Ad aprile sono uscite le graduatorie per la scuola pubblica e mi sono finalmente ritrovata a festeggiare, perché Giordano Leone è stato pres...
-
Scorgere un lungo bacio appassionato di un uomo e una donna ai margini di una strada molto trafficata e scoprire che per me quel momento è f...
-
"mamma andiamo al pacco" "pacco" vd "parco" nella lingua dei nani. "certo amore che mamma ti porta al p...
-
Aprire un libro di ricette e fantasticare sul sapore delle pietanze. Dirmi che che non tutti i giorni sono uguali e iniziare sempre una nuov...
-
Avete la benchè minima idea di cosa potrebbe essere quella oscenità in fondo alla pagina? Ve lo svelerò io. Stasera sono andata a cena dai ...
venerdì 21 dicembre 2018
Scendi
domenica 9 dicembre 2018
Riflessioni sul treno
Amarsi, aversi.
Non sempre combaciano perfettamente.
Ed è per questo che mi innamoro ogni volta che ti penso.
venerdì 30 novembre 2018
Senzemozione.
Andare a letto con tante persone.
Andare a letto con tante persone senza emozione.
Non lo capisco.
"però non mi fermo a dormire" , "una cena non vale mica come appuntamento".
"Che vuoi che sia un bacio? non conta niente."
Il corpo è un regalo.
Non amare è più facile.
È una follia che sì mi entri dentro ma non nel cuore.
Vogliamo essere popolari ma dagli amanti non vogliamo farci ricordare.
Io so solo che è quasi Natale e che continuare a cercarti sempre in ogni luogo con ogni persona in qualunque momento dopo qualsiasi lasso di tempo è il traguardo più sognato.
E che non cambierei mille nuove conquiste neanche con un minuto del brivido che mi irradia il tuo sguardo.
martedì 13 novembre 2018
Le malattie
Disse la vecchia guaritrice dell'anima:
Non fa male la schiena, fa male il carico.
Non fanno male gli occhi, fa male l'ingiustizia.
Non fa male la testa, fanno male i pensieri.
Non fa male la gola, fa male quello che non si esprime o si esprime con rabbia.
Non fa male lo stomaco, fa male quello che l'anima non digerisce.
Non fa male il fegato, fa male la rabbia.
Non fa male il cuore, fa male l'amore.
Ed è proprio lui,
L' amore stesso,
Che contiene la piu ' potente medicina.
Ada Luz Marquez
Amarsi e non dirselo mai.
Come quella volta che urlavi il mio nome fuori casa dei miei perché non sapevi neanche il mio cognome. E io, non so come, sono uscita e tu avevi una rosa tra le mani. Faceva freddo e ci siamo baciati tanto tanto per scaldarci in piedi di fronte a quella notte infinita. Alle 5 mi hai detto ti vengo a prendere a scuola oggi, tra poche ore ci rivediamo.
Mi sono girata e la rosa era per terra.
Nello stringerci così forte era caduta.
Petali ovunque.
Litigavamo.
Litigavamo forte.
Ci strattonavamo.
Ci insultavamo.
Ma poi tornavamo.
I baci al freddo e la tua barba sfregando la mia pelle mi arrossivano le labbra fino a farne delle ferite, fino a farle sanguinare.
È questo l'amore che vogliamo noi.
Irruento ma vero.
Amarsi e non dirselo mai.
Scappare e non fermarsi.
Io ho detto addio.
Tu hai detto buona fortuna con un filo di voce che è riuscita perfettamente a spezzarmi il cuore.
Nessuno dei due si è voltato.
Perché tutti e due piangevamo.
Nessuno dei due ha più osato chiedere dell'altro.
Ci sono amori mai iniziati che non finiscono mai.
Quanto a me, io non ho mai più trovato un amore, un amore così.
giovedì 8 novembre 2018
Blasfemia? Anche no.
Suora allo sportello.
Io:"buongiorno sorella."
"buongiorno a lei. Come sta?la vedo in ottima forma stamattina".
"eh si. Prego tante ore ultimamente."
"ah bene, benissimo. Vedrà che il signore l'ascolterà."
"...eh no, in verità io sono buddista e non credo nel Signore"
"ahhh! Buddista! (ghigno sarcastico) ...Non crede nel Signore e in che crede quindi?"
"noi buddisti crediamo nel potenziale umano."
"nel potenziale umano?"
"eh sì. Nella forza intrinseca dell'uomo. In noi stessi. Nella nostra parte illuminata, nella Buddità."
"hahhahahhaa voi credete solo in voi stessi? Hahahaha."
[E voi, invece credete in qualcuno che non avete mai visto!]
Hahahahahhahahhahahhahahhahhaahahahaha.
domenica 4 novembre 2018
To stay
Rimani così, rimani qui. Calmami con il tuo respiro lento sul mio cuore agitato che ti sento anche quando non ci sei.
mercoledì 24 ottobre 2018
E tu?
Sto pensando a questo. A quello che mi è successo spesso.Di rimpicciolire il cuore, di provare ad aprirlo ma poi non ce l'ho fatta e mi sono vista lasciarlo lì dov'era. Dentro al petto. Chiuso. Serrato. Irraggiungibile. Volevo donarlo ma a volte i troppi no ci chiudono. E desistiamo. E per farla pagare agli altri fingiamo noi stessi dei no, quando dentro urliamo si. I bambini sono semplici. Dicono no quando è no e sì quando è sì.
E tu, quanto amore perdi ogni giorno?
sabato 20 ottobre 2018
Saggezza umana
A volte le persone credono di sapere chi sei e creano nella loro mente un etichetta di te. Tu sei e sarai sempre quello che ha problemi di relazione, tu sei e sarai sempre quello che ha paura del nuovo, tu sei e sarai sempre quello che ha disturbi dell alimentazione, tu sei e sarai sempre l alcolista, tu sei e sarai e sbam sopra un etichetta ignorando e insabbiando completamente il tuo percorso di crescita, e più si palesa ai loro occhi la tua determinazione al cambiamento, più la sabbia diventa granitica. Queste persone sperano nel tuo fallimento per sentirsi a posto con la loro paura ad evolversi. Un modo per sviarti da questo meccanismo è assecondare l altro. Fargli credere che sei così come lui/lei pensa che tu sia, solo così penserà di aver vinto e smetterà di rubarti energia preziosa che ti servirà ancora per continuare a migliorarti sempre di più lontano finalmente da questa tossicità.
lunedì 15 ottobre 2018
Isotta
Il 21 dicembre 2013 divento membro buddista della Soka Gakkai.
Solitamente quando ci si converte e si riceve il Gohonzon arriva un grande beneficio. Il desiderio che avevo messo come obiettivo della mia pratica era avere un altro figlio, possibilmente una femmina, sana.
Il 4 febbraio due giorni prima del mio compleanno con un ritardo di più di una settimana faccio il test di gravidanza che risulta positivo. Non dico niente a nessuno a parte mio marito...domenica 9 febbraio mi alzo presto sono le 5 di mattina vedo una luce bianca passare nel corridoio. Penso che qualcuno è passato di qua, per un saluto. Mi rimetto a letto ma già so.
Mi alzo più tardi mi vesto e vado a praticare due ore per kosen Rufu a casa di Andrea (un pensiero per te caro amico ovunque tu sia) incontro tante persone e tutte mi dicono che sono bellissima, che ho qualcosa di diverso e che sono raggiante.
Il giorno dopo vengo a conoscenza che Maurizio ha finito di lottare e di soffrire. Lui che mi diceva un paio di mesi prima:"non smettere di sperare... Arriverà un altro figlio. Una femminuccia come la vuoi tu."
Ecco quella luce bianca.
Sorrido ma accompagno i miei momenti di profonda paura ascoltando "un filo negli abissi" di Elisa e "liberi" dei Tiromancino. Canzoni che Isotta ancora apprezza molto...
Ho paura della gravidanza... se non riesco a portarla a termine questa volta mi arrendo, penso.
A 9 settimane perdo sangue.
A Genzano mi dicono che il feto è un imminente aborto. Mi chiedono se voglio rimanere lì ricoverata ad aspettare o se preferisco succeda a casa mia. Firmo e me ne vado.
A casa prego sdraiata a letto, con Maria che mi viene subito a trovare e mi incoraggia. Prendo progesterone da subito, mi riposo e dopo un paio di settimane torno a lavoro.
Sto bene e la gravidanza continua.
A 11 settimane faccio la villocentesi, molto dolorosa e difficile perché ho la placenta posteriore. Appena finita l operazione la dottoressa mi dice di svuotare la vescica. Vado in bagno e sono in un bagno di sangue.
Chiedo alla dottoressa se è normale. Lei impallidisce mi dice di sdraiarmi di nuovo per controllare. Vedo quella piccola creatura che muove il braccino come per salutarmi. E la dottoressa stessa mi dice :"hai visto? ti saluta! sta bene".
Rincuorata torno a casa prendo medicine per le perdite di sangue e buscopan per le contrazioni che avevo, dovute all operazione.
Sto a casa 5 giorni completamente a riposo non mi alzo mai, vedo film su film prestati da Valerio, mangio sul divano e poi trascorsi i giorni a riposo, ritorno a lavoro.
Finita la giornata lavorativa torno a casa e vado in bagno. Di nuovo sangue.
Il ginecologo mi prescrive totale riposo e sospensione dal lavoro. Prego prego e prego. Le pareti di casa si impregnano di daimoku. Apro casa tutti i giorni la mattina per praticare con i compagni di fede.
Leggo e studio buddismo e vedo ancora mille film nei pomeriggi per me infiniti, tra cui Tristano e Isotta con James Franco... per chi non lo sapesse è il mio attore preferito. Se è femmina la chiamiamo Isotta pensiamo io e mio marito.
Arrivano le risposte della villo.
Tremo, il dottore si dilunga chiedo celerità. È tutto ok. Ringrazio e sto per riagganciare quando lui mi fa:"non vuole sapere se è maschio o femmina?" io annuisco. Lui mi chiede se il primo figlio è maschio. Confermo. Lui mi dice:" allora adesso arriva la femminuccia. Auguri signora!"
Incredula inizio a strillare dalla gioia.
Metto Ligabue. È il giorno dei giorni e lei è Femmina, come la terra.
Seguono giorni di fede, pratica e studio.
Gioco con mio figlio nei pomeriggi e tutto mi sembra perfetto.
Vado a visita. È tutto apposto.
Arriva giugno parto in vacanza con Giordano Leone e mia madre ma mi stanco facilmente.
Torno in visita e Mario mi dice che deve ricoverarmi perché ho il collo dell'utero accorciato. Sono di 27 settimane. Isotta é troppo piccola per nascere. Deve resistere.
Faccio punture per aprirle i polmoni prematuramente e faccio punture forti di progestetone per tenere a bada la situazione. Ricomincio a vivere a letto per 10 giorni circa al fare bene fratelli. Non posso muovermi.
Isotta è piccola, pesa poco, mi dicono dopo la visita. Prego a letto. Guardo fuori dalla finestra e piove sempre. Un luglio anomalo.
Ho tanta tanta paura nel cuore e senza gohonzon è difficile, quindi piango ma prego e prego e piango. E non smetto di desiderare più di ogni altra cosa che Isotta nasca ma in una calda giornata di ottobre.
Mancano 3 mesi ancora.
Devo resistere. Devo farcela.
Continuo con le punture ogni due giorni, fastidiosissime.
Una mattina mi chiamano in visita per ricontrollare la situazione. Il primario mi dice che l utero è tornato alla normalità che non sa spiegarsi come sia possibile ma che nella medicina succedono cose strane, a volte. "Li chiami pure miracoli signora", mi dice.
Il giorno dopo mi dimettono. Era iniziato agosto. Il giorno che esco c è il sole finalmente dopo giorni e giorni di pioggia.
Torno a casa ma continuo la terapia delle punture ogni due giorni e continuo a vivere a letto.
Laura passa tante giornate a farmi compagnia, a sognare con me.
La paura però non passa mancano ancora mesi e allora prego.
Arriva settembre finalmente e comincio a studiare per l esame buddista di primo livello. Apro casa per studiare con i compagni di fede. Liliana, Ilaria, Dario, Chiara tutti vicini a me in questi mesi che il minimo che potessi fare era mettere a disposizione casa mia per sostenerci per l esame di novembre.
Arriva settembre, mi muovo a fatica, sono enorme per via degli ormoni.
Isotta continua a crescere con il suono del daimoku tanto che quando smettiamo scalcia perche vuole continuare a sentire quel meraviglioso suono. Il 19 ottobre iniziano le contrazioni frequenti dopo cena e allora Valerio mi porta al fate bene fratelli.
Lì mi ricoverano perché probabilmente Isotta nascerà. In realtà dopo un po' le contrazioni si fermano e aspetto per un paio di giorni poi mi dicono che il 22 mi induranno il parto.
Il 22 ottobre alle 7 am inizio ad avere forti dolori tanto che rompo le acque così chiamo le ostetriche e riferisco quanto accaduto. Trascorre una mezz'ora eterna nella quale ho delle contrazioni ravvicinate e forti e il tempo di recupero tra una e l altra è davvero molto poco. Così strillo alla mia vicina di letto di chiamare l ostetrica per andare a visita perché io non riuscivo già neppure a prendere il telecomando per chiamare.
Alle 7.30 mi visitano e sì ho perso le acque, ho dolori sempre più forti e difatti andiamo in sala parto.
Passa un altra ora tra che si apre bene il parto alle 9.00 epidurale e tutto è decisamente più chiaro.
"signora qui siamo pronti, lei è sola?"
"no dovrebbe arrivare mio marito, ha accompagnato l altro figlio a scuola..."
Arriva Valerio finalmente. L'ostetrica se lo guarda bene per tutto il parto!! Non me lo dimenticherò mai!! Difatti una volta nata Isotta mi fa I complimenti su quel bel marito che ho. Ero dopata ma lucidissima!!
Mentre sono li in sala parto arriva Mario che mi dice che gli avevano riferito che ero pronta. Rimane con me tutto il parto mi aiuta a far uscire Isotta e quando lei arriva alle 11.30 circa mi dice: "auguri! Ce l abbiamo fatta".
Io piangendo lo ringrazio di cuore e gli dico che ho avuto tanta paura che Isotta non ce la facesse. E lui mi dice:"mi sono messo paura anche io che ti credi! Auguri ancora, vado a dire ai tuoi che è nata, che stanno qui fuori da stamattina ansiosi."
E così è arrivata Isotta Selvaggia Violante 3400 kg di puro amore. Una piccola Budda.
Era bellissima rosa paffuta con i capelli scuri e gli occhietti vispi.
Appena l'ho guardata ho rivisto Domizia piccola. Crescendo sembrava la fotocopia del papà. Ed ora, non se ne accorge nessuno ma somiglia tanto a me.
Isotta non ha finito di lottare appena nata, il mio sesto senso mi diceva che aveva contratto il citomegalo virus, nonostante le ultime analisi in gravidanza che risalivano a poco più di un mese prima erano negative. Così essendo considerata da tutti una pazza furiosa le ho fatto fare le analisi ad un mese di vita.
Ed infatti Isotta era positiva al cito.
Nessuno poteva dirci se avrebbe avuto disturbi. Potevamo solo aspettare.
Ho praticato mentre allattato mentre la cullavo mentre dormiva.
Non ho mai smesso di praticare.
A 4 mesi ancora un demone si riaffaccia.
Una notte di fine febbraio sento Isotta bollente così le misuro la temperatura e ha 39.5 di febbre.
Scappiamo al bambino Gesù dove me la ricoverano subito.
Nessuno sapeva dirmi cosa avesse mia figlia perché aveva solo la febbre alta.
Rimaniamo li e ci diamo il cambio io e mio marito un giorno e una notte per uno. Dopo due giorni Isotta ha un occhio enorme che non riesce ad aprire, ha un infezione e cominciano gli antibiotici forti per fermarla perché potrebbe attaccare anche le meningi. Lo stesso giorno nella nostra stanza viene ricoverata una bimba di due mesi. Non sapevano cosa avesse ma temevano qualcosa di brutto. Così stacco dalla notte vedo la madre fuori dalla stanza devastata dalla stanchezza con in mano un libro, torno a casa e mi metto a praticare anche per la sua piccola.
Do il cambio a mio marito e lui mi dice che la bimba affianco ancora non si sa cosa abbia. E mi dice che per la prima volta ha recitato daimoku per fare stare bene questa bimba.
Da questo giorno inizia a praticare tanto che dopo poco diventa membro buddista anche lui,da scettico che era e che non ne voleva sapere nulla.
La vita è incredibile!
Isotta inizia a stare meglio e dopo una decina di giorni ci dimettono.
Nel frattempo abbiamo fatto amicizia con Giorgia e lei ci dice che finita questa avventura ci vedremo per festeggiare le nostre guarigioni.
Ad oggi Isotta è una bambina davvero meravigliosa, è proprio figlia del Budda. Se l avessi saputa disegnare non l avrei mai fatta così perfetta come è.
Ovunque vada mi dicono che è una bimba dolcissima che ha qualcosa di speciale.
Qualche giorni fa ero in fila in via de Amicis mi inchioda una macchina davanti esce di corsa una donna che mi si avvicina al finestrino e mi fa:"mamma di Isotta digli che la Maestra la saluta tanto che ci manca e che deve venirci a trovare presto!!"
Era la sua maestra dell anno scorso.
Quest anno Isotta ha cambiato asilo.
Ora vi lascio perché lei si è svegliata e come tutte le mattine vuole fare gongyo con me.
Vi dico solo questo:una volta mentre facevo daimoku le ho chiesto:" Isy ma tu ti ricordi quando stavi in pancia questo suono?" e lei ha annuito e mi ha detto:"nagno ho renghe ciò."
Immensa gratitudine.
Nam myoho renge kyo
Nam myoho renge kyo
Nam myoho renge kyo
venerdì 12 ottobre 2018
Ricordiamoci chi siamo
Mentre se ne stava davanti alla sua classe di quinta elementare, il primo giorno di scuola, la maestra disse ai bambini una falsità. Come la maggior parte degli insegnanti, guardò i suoi studenti e disse che lei li amava tutti allo stesso modo.
Tuttavia, ciò era impossibile perché lì in prima fila, accasciato sulla sedia, c’era un ragazzino di nome Teddy Stoddard. La signora Thompson aveva osservato Teddy l’anno precedente e aveva notato che non giocava serenamente con gli altri bambini…
I suoi vestiti erano disordinati e spesso avrebbe avuto bisogno di farsi un bagno. Inoltre, Teddy era scontroso e solitario.
Arrivò il momento in cui la signora Thompson avrebbe dovuto evidenziare in negativo il rendimento scolastico di Teddy; prima però volle consultare i risultati che ogni bambino aveva raggiunto negli anni precedenti; per ultima, esaminò la situazione di Teddy.
Tuttavia, quando vide il suo fascicolo, rimase sorpresa.
In prima elementare il maestro di Teddy aveva scritto: “Teddy è un bambino brillante con una risata pronta. Fa il suo lavoro in modo ordinato e ha buone maniere”.
Il suo insegnante, in seconda elementare, aveva scritto: “Teddy è uno studente eccellente, ben voluto dai suoi compagni di classe, ma è tormentato perché sua madre ha una malattia terminale e la vita in casa deve essere una lotta”.
Il suo insegnante di terza elementare aveva scritto: “La morte di sua madre è stata dura per lui e tenta di fare del suo meglio, ma suo padre non mostra molto interesse e, se non verranno presi i giusti provvedimenti, il suo contesto famigliare presto lo influenzerà”.
Infine l’insegnante del quarto anno aveva scritto: “Teddy si è rinchiuso in se stesso e non mostra più interesse per la scuola. Non ha amici e qualche volta dorme in classe”.
A questo punto, la signora Thompson si rese conto del problema e si vergognò di se stessa. Si sentì anche peggio quando i suoi studenti le portarono i regali di Natale, avvolti in bellissimi nastri e carta brillante, fatta eccezione per Teddy. Il suo dono era stato maldestramente avvolto nella pesante carta marrone di un sacchetto di generi alimentari.
La signora Thompson però aprì il regalo prima degli altri. Alcuni bambini cominciarono a ridere quando videro un braccialetto di strass con alcune pietre mancanti e una bottiglietta di profumo piena per un quarto, ma lei soffocò le risate dei bambini esclamando quanto fosse grazioso il braccialetto e mettendo un po’ di profumo sul polso.
Quel giorno Teddy Stoddard rimase dopo la scuola, giusto il tempo di dire: “Signora Thompson, oggi profumava come la mia mamma quando usava proprio quel profumo”.
Dopo che i bambini se ne furono andati, la signora Thompson pianse per almeno un’ora; da quel giorno si dedicò veramente ai bambini e non solo per insegnare loro le sue materie. Prestò particolare attenzione a Teddy e, con la sua vicinanza, la mente del piccolo iniziò a rianimarsi. Più lei lo incoraggiava, più velocemente Teddy rispondeva. Alla fine dell’anno, Teddy era diventato uno dei bambini più intelligenti della classe e, nonostante la sua bugia che avrebbe amato tutti i bambini in ugual modo, la maestra si accorse che Teddy divenne uno dei suoi “preferiti”.
Un anno dopo la fine della scuola, la signora Thompson trovò un biglietto sotto la porta: era da parte di Teddy; la lettera diceva che era stata la migliore insegnante che avesse mai avuto in vita sua. Passarono sei anni prima che ricevesse un altro messaggio da Teddy. Terminato il liceo, terzo nella sua classe, riferiva che la signora Thompson era ancora la migliore insegnante che avesse mai avuto in vita sua.
Quattro anni dopo, ricevette un’altra lettera, dicendo che quando le cose erano difficili, a volte, era rimasto a scuola, si era impegnato al massimo e ora si sarebbe presto laureato al college con il massimo degli onori. Confermava che la signora Thompson era sempre la migliore insegnante che avesse mai conosciuto in tutta la sua vita, la sua preferita.
Passarono altri anni e arrivò ancora un’altra lettera. Questa volta spiegava che dopo aver ottenuto la laurea, aveva deciso di andare avanti. La lettera spiegava che lei era ancora la migliore e preferita insegnante che avesse mai avuto, ma ora la sua firma era un po’ più lunga. La lettera riportava, in bella grafia, Dr. Theodore F. Stoddard.
Ma la storia non finisce qui. Arrivò ancora un’altra lettera quella primavera. Teddy scrisse che aveva incontrato una ragazza e stava per sposarsi. Spiegò che suo padre era morto un paio di anni prima e chiese alla signora Thompson di accompagnarlo al matrimonio facendo le veci della madre dello sposo.
Naturalmente, la signora Thompson accettò. E indovinate un po’ che fece?
Indossò proprio quel braccialetto, quello con gli strass mancanti, quello che Teddy le aveva regalato; fece anche in modo di mettere il profumo che la madre di Teddy indossava l’ultimo Natale che passarono insieme.
Si abbracciarono e il Dr. Stoddard sussurrò all’orecchio della signora Thompson:
“Grazie signora Thompson per aver creduto in me. Grazie mille per avermi fatto sentire importante e per avermi mostrato che avrei potuto fare la differenza.”
La signora Thompson, con le lacrime agli occhi, sussurrò: “Teddy, ti stai sbagliando. Sei tu quello che mi ha insegnato che potevo fare la differenza: non sapevo come insegnare fino a quando ti ho incontrato.”
venerdì 5 ottobre 2018
Tu non mi disturbi mai e altre cose bellissime
Poi arriva quel messaggio.
Quando meno te lo aspetti.
Nella frenesia di un pomeriggio qualunque prendi il telefono e scrivi un pensiero dolce, intenso, come sai fare tu e speri che dall altra parte si percepisca la profondità della tua azione. Che arrivi chiaro e deciso. Irruente ma fresco. Non tutti quelli che parlano con il cuore ottengono risposte altrettanto sensitive. Spesso è più conveniente rispondere con il calcolo, con la freddezza della mente.
Ed invece... Arriva un tu non disturbi mai e altre cose bellissime.
lunedì 1 ottobre 2018
Carne
Torno a casa con il tuo profumo,
Tu torni a casa con il mio.
Non bastano l'acqua e il sapone a togliermi tutto l'amore di dosso.
Ancora lo sento se chiudo gli occhi.
Quanto siamo stati intimi, mi chiedo, quasi quanto ci ignoriamo, mi rispondo.
È buffo, no?
Mi accorgo che sono sempre di cattivo umore quando ti incontro perché hai scoperto l angolo più fragile del mio cuore e l hai infreddolito.
E io mi sento più nuda ora, che ieri sul tuo letto.
Ci rimane una serata da soli a pensarci, un messaggio per parlare senza capirci, nonostante abbiamo due occhi che si capiscono senza parlare.
Questo è l'amore.
Basterebbero 3 minuti di contatto per non resisterci più.
E invece no.
A. P.
venerdì 24 agosto 2018
Ricordo solo ciò che mi smuove il cuore.
Oggi improvvisamente mi è venuto in mente un accaduto di qualche anno fa, sapete quei flash improvvisi che ti riportano indietro nel tempo e ti fanno vivere li per un po'...
Un signore, un pensionato, venne in ufficio postale a pagare delle bollette. Era estremamente triste e disse che la sua vita non valeva più niente, che contava solo i giorni che lo avvicinavano alla morte perché si sarebbe ricongiunto con la moglie venuta a mancare poco tempo prima. Pagò. Disse queste cose e poi si sedette su una sedia e rimase in ufficio diverso tempo, tanto che un collega gli chiese se stesse bene.
"per quello che posso." disse lui.
"ma deve fare altre operazioni?"
"no...do fastidio? Se do fastidio vado via subito eh ci mancherebbe... "
"ma no! stia stia, ci domandavamo solo con i colleghi se non si sentisse bene..."
"che ci torno a fare a casa? Sono solo...."
Poi proseguì :"62 anni insieme sapete quanti sono? Sono tutta una vita. Non voglio stare a casa. A casa tutto mi ricorda di lei. Non ho scampo lì."
Noi non sappiamo assolutamente niente dell'amore.
Lui sì.
1.
Io non so niente dell'amore ma credo che quando ti ho visto l'ho riconosciuto.
E ci guarderemo negli occhi con quella immensa voglia di baciarci.
giovedì 23 agosto 2018
Momenti felici
Che poi solitamente uno pensa ai ricordi come qualcosa di perso, di andato, di similmente nostalgico.
Ed invece provate a pensare ai ricordi come un rifugio nel quale accoccolarvi quando la vita vuole strapparvi via ogni sorriso.
Non ritrovereste così un momento felice?
martedì 21 agosto 2018
Quando ho troppo da dire leggo poesie
«Era troppo amore. Troppo grande, troppo complicato, troppo confuso e azzardato e fecondo e doloroso. Era tutto quello che potevo dare, più di quanto mi convenisse, per questo si infranse. Non si esaurì, non finì, non morì, semplicemente si infranse, crollò come una torre troppo alta, come una scommessa troppo alta, come un’aspettativa troppo ambiziosa».
Almudena Grandes
giovedì 9 agosto 2018
Poem saffo
Subito a me il cuore si agita
nel petto solo che appena
ti veda, e la voce non esce, e la lingua si spezza.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e gli occhi più non vedono
e rombano le orecchie.
Saffo
sabato 4 agosto 2018
Con te e senza di te. osho
L’amore è doloroso perché apre la strada all’estasi. L’amore è doloroso perché trasforma: l’amore è cambiamento. Qualsiasi trasformazione è dolorosa perché occorre lasciare il vecchio per il nuovo. Il vecchio è familiare, sicuro; il nuovo è assolutamente sconosciuto. Ti muoverai in un oceano mai esplorato. Non puoi usare la mente con il nuovo come facevi con il vecchio; la mente è molto abile, ma può funzionare con il vecchio, non con il nuovo: ora è assolutamente inutile.
Per questa ragione nasce la paura; quando lasci il vecchio mondo – confortevole, sicuro – nasce il dolore. È lo stesso dolore che prova il bambino quando esce dal ventre della madre. È lo stesso dolore che prova il pulcino quando esce dall’uovo. È lo stesso dolore che prova l’uccellino quando prova a volare per la prima volta.
La paura dell’ignoto, l’insicurezza dell’ignoto, la sua imprevedibilità, ti spaventano moltissimo.
Dato che la trasformazione sarà dall’essere verso uno stato di non-essere, l’agonia è profondissima. Ma non si può avere l’estasi senza passare per l’agonia. Per purificare l’oro, esso deve passare attraverso il fuoco.
L’amore è fuoco.
È proprio a causa del dolore che l’amore procura, che milioni di persone vivono una vita senza amore. Anche loro soffrono, ma la loro è una sofferenza inutile. Soffrire per amore non è soffrire invano. Soffrire per amore è creativo: ti porta a livelli più alti di consapevolezza. Soffrire senza amore è un totale spreco, non ti porta da nessuna parte: continui a muoverti lungo il medesimo circolo vizioso.
L’uomo senza amore è narcisista, è chiuso. Conosce solo se stesso. Ma quanto può conoscere se stesso se non ha conosciuto l’altro? Solo l’altro può essere per lui uno specchio. Non conoscerai mai te stesso se non conosci l’altro. L’amore è fondamentale anche per la conoscenza di sé. La persona che non ha conosciuto l’altro in un rapporto profondo di amore, di intensa passione, di totale estasi, non potrà nemmeno sapere chi è, perché non avrà uno specchio in cui osservare la sua immagine.
La relazione è uno specchio e, più l’amore è puro, migliore e più nitido sarà lo specchio. Ma l’amore più alto richiede che tu sia aperto. Richiede che tu sia vulnerabile. Devi lasciar andare la tua armatura, ed è doloroso. Non devi stare sempre in guardia, devi abbandonare la mente e i suoi calcoli. Devi rischiare, devi vivere pericolosamente. L’altro può ferirti – è per questo che hai paura di essere vulnerabile. L’altro può rifiutarti – è per questo che hai paura dell’amore.
Il riflesso del tuo essere che scopri nell’altro potrebbe essere brutto – questa è la tua ansietà. Evita lo specchio. Ma non è che evitando lo specchio diventerai bello. Evitando la situazione, non puoi crescere. È necessario accettare la sfida.
Occorre entrare nell’Amore. È il primo passo verso Dio, e non può essere aggirato. Quelli che cercano di evitare lo spazio dell’Amore, non raggiungeranno mai Dio. È una necessità assoluta, perché diventi consapevole della tua totalità solo quando vieni stimolato dalla presenza dell’altro, quando la tua presenza viene rafforzata dalla presenza dell’altro, quando vieni aiutato a uscire dal tuo mondo chiuso, narcisista, e portato fuori sotto la volta infinita del cielo.
L’amore è un cielo, vastissimo. Essere in amore vuol dire mettere le ali. Ma naturalmente, il cielo infinito fa paura.
Inoltre lasciare andare l’ego è molto doloroso perché ci hanno insegnato a coltivarlo. Pensiamo che l’ego sia il nostro unico tesoro. L’abbiamo protetto, decorato, l’abbiamo lucidato in continuazione e, quando l’amore bussa alla porta, tutto ciò che ci occorre per innamorarci è mettere da parte l’ego: è doloroso, certo. È il lavoro di tutta la tua vita, è tutto ciò che hai creato, questo ego orrendo, questa idea che sei separato dall’esistenza.
È un’idea brutta perché non è vera. È un’idea illusoria, ma la società esiste, è anzi basata proprio su questa idea che ogni persona è una persona, non una presenza.
La verità è che al mondo non esistono persone ma solo presenze. Non ci sei, non esisti come ego, separato dal tutto. Sei parte del tutto. Il tutto ti penetra, il tutto respira in te, pulsa in te, il tutto è la tua stessa vita.
L’amore ti dà la prima esperienza di armonia con qualcosa che non è il tuo ego. L’amore ti insegna per la prima volta che puoi entrare in armonia con qualcuno che non è mai stato parte del tuo ego. Se puoi essere in sintonia con una donna, con un amico, con un uomo, se puoi essere in sintonia con il tuo bambino o con tua madre, perché non puoi esserlo con tutti gli esseri umani? E se essere in armonia con una sola persona ti dà tanta gioia, quale sarà il risultato se sarai in armonia con tutti gli esseri umani? Ma se puoi entrare in sintonia con tutti gli esseri umani, perché non anche con gli animali e le piante? Un passo porta al successivo.
L’amore è una scala: inizia con una persona, e finisce col tutto. L’amore è l’inizio, dio è la fine. Aver paura dell’amore, aver paura dei dolori della crescita che l’amore procura, vuol dire rimanere chiusi in una cella oscura.
L’uomo moderno vive in una cella oscura: è narcisista. Il narcisismo è l’ossessione più grande della mente moderna.
E poi arrivano i problemi, problemi senza senso. Ci sono problemi che sono creativi perché ti portano a un livello più alto di consapevolezza. Ci sono problemi che non ti portano da nessuna parte, ti tengono solo legato, ti tengono nel caos del passato.
L’amore crea problemi; puoi evitarli, evitando l’amore. Ma quelli sono i problemi essenziali! Bisogna affrontarli, viverli e passarci attraverso per andare oltre. L’unico modo per andare oltre, è di passarci attraverso. L’amore è l’unica cosa che valga la pena di fare. Tutto il resto è secondario – va benissimo se è di sostegno all’amore. Tutto il resto è solo un mezzo, ma l’amore è il fine. Quindi, per quanto sia doloroso, entra nell’amore.
Se non entri nell’amore – come hanno deciso molte persone – rimani intrappolato all’interno di te stesso. Allora la tua vita non è un pellegrinaggio, non è un fiume che va verso l’oceano; la tua vita è una pozza stagnante, sporca, e molto presto resteranno solo lo sporco e il fango. Per rimanere limpido, devi continuare a fluire. Il fiume rimane pulito perché scorre. Scorrere è il modo di rimanere sempre vergini.
Chi ama rimane vergine. Tutti gli amanti sono vergini. Le persone che non amano non possono rimanere vergini: si addormentano, diventano stagnanti, e prima o poi – più prima che poi – iniziano a puzzare perché non hanno nessun posto dove andare. La loro è una vita morta.
L’uomo moderno si trova in questa situazione, e per questo motivo nevrosi di ogni genere, follie di ogni genere, sono rampanti. Il disagio psicologico ha preso proporzioni epidemiche. Non è che alcuni individui siano psicologicamente malati: la realtà è che la terra nel suo complesso è diventata un manicomio. Tutta l’umanità soffre di una specie di nevrosi.
Questa nevrosi nasce dal tuo ristagnare, dal tuo narcisismo. Tutti sono stretti nell’illusione di avere un sé separato, e poi impazziscono. Questa follia è senza senso, è improduttiva, non creativa. Oppure si suicidano. Questi suicidi sono anch’essi improduttivi e non creativi.
Forse non ti uccidi prendendo del veleno o saltando dall’alto di una rupe o sparandoti, ma puoi suicidarti in modo molto lento, e questo è proprio ciò che accade. Pochissime persone si suicidano tutte di un colpo. Gli altri hanno scelto un suicidio lento, graduale: muoiono a poco a poco. Ma la tendenza al suicidio è diventata quasi universale.
Non è vita questa, ma la causa, la causa fondamentale, è che abbiamo dimenticato il linguaggio dell’amore. Non siamo più così coraggiosi da buttarci nell’avventura chiamata amore.
La gente è interessata al sesso, perché il sesso non è pericoloso.
È il fenomeno di un momento, non occorre coinvolgersi.
L’amore è coinvolgimento, è impegno. Non è un fenomeno del momento. Quando ha messo le radici, può durare per sempre. Può diventare un impegno che dura tutta la vita. L’amore ha bisogno di intimità; solo quando c’è intimità, l’altro diventa uno specchio. Quando ti incontri con una donna o un uomo a livello sessuale, in realtà non vi incontrate affatto, avete evitato l’anima dell’altra persona. Tu ne hai usato il corpo e sei fuggito, e anche l’altro ha usato il tuo corpo ed è fuggito. Non siete diventati abbastanza intimi da poter rivelare all’altro il vostro volto originario.
L’amore è il più grande koan Zen.
È doloroso, ma non evitarlo. Se lo eviti, perdi la più grande opportunità di crescere. Entra in esso, con tutta la sua sofferenza, perché grazie alla sofferenza arriva una grande estasi. Sì, c’è agonia, ma da questa agonia nasce l’estasi. Sì, dovrai morire come ego, ma rinascerai come dio, come buddha. L’amore ti darà il primo assaggio del Tao, del Sufismo, dello Zen. Ti darà la prima prova che dio esiste, che la vita non è priva di significato.
Quelli che dicono che la vita non ha significato sono quelli che non hanno conosciuto l’amore. In effetti stanno dicendo che nella loro vita è mancato l’amore.
Lascia che ci sia il dolore, lascia che ci sia la sofferenza. Passa attraverso la notte oscura, e arriverai a una bellissima alba. Solo nel grembo della notte oscura, il sole può evolversi. Solo attraverso la notte oscura arriva il mattino.
Il mio approccio qui è unicamente quello dell’amore. Ti insegno l’amore, solo l’amore e nient’altro. Puoi dimenticarti di dio: è solo una parola vuota. Puoi dimenticarti delle preghiere: sono solo riti che ti sono stati imposti da altri. L’amore è la preghiera naturale, non imposta da nessuno. Appare con te alla nascita. L’amore è il vero dio, non il dio dei teologi, ma il dio di Buddha, Gesù, Maometto, il dio dei Sufi. L’amore è una tariqa, un metodo per ucciderti come individuo separato e per aiutarti a diventare l’infinito. Scompari come goccia di rugiada e diventi l’oceano, ma per questo devi passare attraverso la porta dell’amore.
Certo, quando scompari come goccia di rugiada – e hai vissuto a lungo come goccia di rugiada – è doloroso, perché pensi: “Io sono questo, e ora questo sta scomparendo. Sto morendo”. Non stai morendo, è l’illusione che muore. Ti sei identificato con l’illusione, è vero, ma l’illusione è sempre un’illusione. Solo quando svanisce, puoi vedere chi sei. Questa rivelazione ti porta alle vette più alte della gioia, dell’estasi, della celebrazione.
Osho
tratto da:
Osho
Con Te e Senza di Te
Una nuova visione delle relazioni umane
sabato 28 luglio 2018
È tutto un bluff
Viene a trovarmi un amico e mi invita a pranzo da lui.
Accetto volentieri perché ultimamente è venuto lui da me ed è giusto dar modo di ricambiare.
So che ci sarà anche il suo compagno a pranzo e quindi sarò super coccolata e viziata da due uomini senza dargli in cambio nulla.
Una roba meravigliosa.
Arrivo a casa di F. , suono mi apre lo saluto, saluto R. il suo compagno, e vedo in cucina di spalle un ragazzo che sta tagliando le verdure con tanto di grembiule.
Si gira mi sorride si pulisce le mani addosso al grembiule si avvicina e mi dice:"piacere Simone." In quel momento ho avuto un colpo di fulmine. Due occhi blu cobalto. Capelli neri ingelatinati. Abbronzato. Pantaloncini corti, canotta ampia con pettorale in vista.
Sono rimasta come un ebete con un sorriso stampato in faccia e sono riuscita solo a dire "piacere mio."
Lui mi rinsavisce con un:"tutto ok?"
E io farfuglio una cosa tipo che si tutto ok fa solo molto caldo sono uscita di corsa eccheccazzo de figura demmerda Domì.
Vabbè.
Durante il pranzo non riesco a staccargli gli occhi di dosso, lui si bagna le labbra con il vino e mi guarda.
Io ci credo.
E ad un tratto glielo dico.
"Mamma che occhi magnetici che hai...io poi adoro gli occhi blu come i tuoi."
"Grazie sì." mi risponde imbarazzato.
Penso "oddio si imbarazza anche! Cioè io a questo lo voglio, sì me lo voglio portare a casa metterlo tipo sul comodino e guardarlo, contemplarlo tipo budda. Oddio un uomo che si imbarazza e si intimidisce così..."
Insomma presa dai miei vorticosi pensieri da 20 enne in esplosione ormonale ad un tratto sento F. dire :" questo ravanello nell insalata è un pò duro state attenti eh".
E Simone fa:" meglio duro, no? A noi ci piace solo duro."
Io interdetta.
Simone mi guarda e mi ammicca.
Io sdrammatizzo in una frivola risata e lui continua e mi dice:"hai visto che qualcosa in comune ce l' abbiamo?ci piace..."
Aiuto.
Perchè?
Io penso che peggio dei casi umani che incontro ultimamente ci siano solo i super fighi ammiccanti che si svelano gay anche in battute molto poco divertenti per la mia autostima.
Sono a pezzi.
Rincollateme.
giovedì 26 luglio 2018
Pensavo fosse amore e invece era bulimia.
Ultimamente scrivo poco perchè in realtà sto scrivendo da un altra parte.
Sto scrivendo un romanzo.
Sto pregando tanto affinché possa avere tutti gli incastri giusti, le idee giuste.
I miei personaggi sono tutti molto diversi, sono legati però da un filo invisibile, seppur questo filo sia rosso.
Il filo rosso dell'amore.
Delle relazioni.
Perchè non c'è relazione senza amore.
Guardando in giro trovo molto poca dimestichezza delle persone con il proprio cuore.
Viviamo in una società che privilegia gli incontri tra i corpi, invece che gli incontri tra esseri umani.
Si stagliano invalicabili difese per proteggere il proprio sé dalle interferenze sentimentali.
Mi rendo conto che questa spasmodica ricerca di relazioni sessuali, rasenta la bulimia. Concediamo prestazioni sessuali anche celeri che una volta consumate, vengono vomitate per assumerne poi delle altre.
Barattiamo la nostra voglia d'amare con i nostri istinti bassi.
Siamo carenti nelle conversazioni.
Siamo privi di carisma.
Paradossalmente credo sia molto meno faticoso sudare per conquistare un amplesso che discorrere con un cuore aperto.
lunedì 25 giugno 2018
Malanotte
Finché il sole è alto sbatti, rimbalzi e precipiti, poi ti rialzi.
Malanotte no.
Lei ha il suo sapore di nostalgia, dell'irrisolto, del dubbio e poi con le prime luci dell'alba, la speranza. È per questo che ti fotte.
mercoledì 20 giugno 2018
8 sofferenze
Studiando per fare l'introduzione delle 8 sofferenze per riunione buddista 21 giugno 2018.
Le otto sofferenze sono nascita, invecchiamento, malattia, morte, l'unione con ciò che non si ama, la separazione da ciò che si ama, non raggiungere ciò che si desidera e i cinque legami.
La nascita è dolore seppur sia un esperienza lontana di cui non tratteniamo ricordi vividi.
Il canale della nascita che dobbiamo attraversare è sofferenza ed è sofferenza anche il doversi staccare dal grembo materno e venire a contatto con le cose che esistono fuori da esso.
Ma rapportato alla realtà fenomenica del nostro presente, la nascita è intesa in modo più continuativo. Tutte le volte che usciamo da situazioni disfunzionali, che ci provocano dolore per esempio e quindi affrontiamo la sofferenza di doverci reinventare,di spingere i nostri limiti più in là, di rinascere sotto una nuova luce.
L'invecchiamento ci riporta ad una visione ancora più profonda della vita perché ci obbliga a vedere il tempo che passa e a realizzare che la vita stessa non è altro che un bene finito, deteriorabile come un qualsiasi barattolo di pomodoro in dispensa.
Il dolore nasce dunque da quell'attaccamento temporaneo al nostro essere che si vorrebbe fissare per sempre ma che sarebbe davvero poco allineato con la legge dell'universo e della vita in continuo movimento.
La malattia è un alterazione delle funzionalità del nostro corpo e ci provoca un dolore sia fisico che mentale, perché non possiamo avere la piena padronanza di noi stessi.
In questa situazione si paventa la disillusione di un futuro diverso da quello sperato e la mera possibilità della sconfitta.
La morte porta con sé tre sofferenze: la sofferenze di chi vive, la sofferenza di chi muore e la sofferenza di chi è morto.
Questo è altamente comprensibile ma nel buddismo parliamo di morte anche quando si ha paura di un cambiamento, di una perdita, di una instabilità, di una tragedia, di una separazione perché lei strappa via le nostre mani dagli attaccamenti.
Il non ottenere ciò che si desidera provoca sofferenza.
Una prova concreta l'abbiamo già dall'infanzia, nella quale per esempio desideriamo un giocattolo che non ci viene mai regalato.
Nell'adulto sostanzialmente questa brama non appagata diventa motivo di difficoltà e sfiducia nella vita.
Nel buddismo però sappiamo che i desideri sono illuminazione, sono quell'humus fertile che ci permette di incentivare la nostra crescita.
Dover incontrare chi si odia è la quinta sofferenza dell'uomo.
Odio sicuramente è un termine connotativo forte, ma rende bene l'idea degli incontri poco piacevoli che facciamo nella nostra vita, in uno stato vitale molto basso.
Proviamo odio verso qualcuno che riflette una parte di noi stessi che non vogliamo vedere e seppelliamo perché non ci piace, ma che viene fuori attraverso la relazione con un altro simile a noi per quell' aspetto.
Chi non si ama è destinato ad incontrarsi ma è tutto volto a migliorare i nostri lati oscuri.
Si possono incontrare non solo persone ma anche situazioni non benevole, addirittura passate che fanno scatenare in noi ira, odio e rancore.
Il motivo per cui abbiamo questi incontri è prettamente karmico.
Se una situazione ci crea sofferenza , nel buddismo è solo un espressione del karma e per svoltare positivamente c'è bisogno di tanta pazienza, tanta fatica, tanto tempo e tanta dedizione al daimoku.
Doversi separare da chi si ama è un dolore lacerante, ma spesso dietro questo soffrire c'è un attaccamento smisurato alla vita.
La vita però deve essere intesa e compresa come un entità in continua evoluzione e quindi tutto cambia, nulla è costante e accettare questa condizione costantemente precaria rende noi esseri umani vulnerabili.
Per noi che ricerchiamo minuziosamente delle verità durature questo movimento della vita crea paura.
Il problema è che noi basiamo la nostra esistenza sulla presenza di un altro e quando questo viene a mancare il distacco ci lacera.
Recitare daimoku non ci rende immuni dal dolore ma bensì ci dirige verso relazioni basate sulla buddità piuttosto che sull'utilitarismo.
Il disordine delle cinque componenti è la sofferenza più complessa da comprendere, considerando che le altre sono abbastanza intuitive.
Io sono composto da 5 elementi: forma, percezione, concezione, volizione e consapevolezza.
Queste componenti coesistono in noi sempre e il loro disallineamento crea disagio perché ci separa da noi stessi.
Soffro quando c è divario tra quello che sono e quello che sento, tra quello che sento e quello che giudico ottimale, tra quello che giudico ottimale e quello che realmente desidero e in ultimo tra quello che desidero e ciò che sono in grado di fare.
In ogni caso dobbiamo ricordarci che ognuno di noi è unico proprio per come si combinano questi 5 elementi e soprattutto a seconda dello stato vitale in cui si trova.
Se predilige lo stato di inferno i nostri aggregati funzionano basandosi su questo stato vitale. Quindi sarò in un corpo contratto, immobile, braccato da mille pensieri negativi, vorrei uscire ma non posso dovrei uscire ma è meglio di no e così via dicendo. Tutto il mio essere è comandato dal mondo dell'inferno.
Solamente nello stato di buddità i 5 elementi portano alla comprensione e al raggiungimento della felicità.
Con questa determinazione dobbiamo far sì che tutte le parti si accordino e con la mente illuminata provare gioia ed essere realmente partecipe della vita universale.
Concepirci come parte del cosmo senza limitarci al nostro piccolo io.
lunedì 18 giugno 2018
Pio pio
Ieri abbiamo trovato un uccellino. Era piccolo piccolo e anche abbastanza malconcio.
Lo abbiamo portato a casa e curato con il massimo della delicatezza, affinché potesse sopravvivere.
Appena sistemato in una scatola, gli ho sussurrato 3 nam myoho renge kyo, subito ha aperto gli occhi e si è messo dritto sulle sue zampette.
Ero stupita.
Allora visto la sua reazione, ho pensato subito a cosa fargli mangiare.
Mi sembrava di essere tornata indietro a quando i bimbi erano piccoli.
Gli davo da mangiare ogni ora, lo idratavo ancora più spesso soprattutto all'inizio perché quando l'abbiamo trovato era sotto il sole cocente e non si muoveva molto.
Sembrava si fosse ripreso un pò.
La notte ha dormito sempre.
Quando stamattina mi sono messa a fare daimoku era lì che sonnecchiava... ma si percepiva non stesse bene...
Finita la mia ora di preghiera sono andata lì vicino a lui e gli ho sussurrato tre nam myoho renge kyo. Ha aperto il becco, ha preso l'ultimo respiro, e si è accasciato definitivamente.
Ha aspettato il mio sancho per morire.
Sono rimasta lì a guardarlo incredula.
La vita è eterna.
Che tu possa rinascere sotto la buona fortuna e che incontrando la legge del sutra del loto si sia allegerita la tua retribuzione karmica mio piccolo amico.
Buon viaggio.
giovedì 14 giugno 2018
Stazione
Stazione di ciampino. Ore 19.14 lui in macchina ad aspettare.
Lei scende dal treno, lui dalla macchina.
Si corrono incontro.
Lei si lancia tra le braccia di lui, lui l'afferra stretta e se la tira a sè in alto.
Si baciano.
Sorridono.
Si baciano nuovamente.
Lui le prende il trolley e camminano verso la macchina.
"Da quanto tempo non vedevi una scena così?" Mi chiede una ragazza ferma ad aspettare anche lei qualcuno.
"Da quando quella con il trolley ero io." Rispondo.
sabato 19 maggio 2018
Sportello amico
Lei:"ma tu sei sempre felice?"
Io arrossisco e sorrido.
Lei:"ma quale è il tuo segreto, si può sapere come fai?"
Io:"ho una parolina magica..."
Lei:"hahaha. Non scherzare!"
Io:"non scherzo. Sono serissima. Ho davvero una formula magica! Io recito l'essenza del sutra del loto ma in particolare nam myoho renge kyo."
Lei:" si vabbè..."
Io:"lo hai voluto sapere tu come facevo ad essere sempre felice.."
Lei ci pensa e mi fa:" scrivimi la formula magica che ci provo anche io."
Tratto da storia vera.
venerdì 18 maggio 2018
Pezzi sparsi
Mi ricordo i giorni chiari dell'estate come una fotografia.
Ho riaperto il cuore ma ho pezzi sparsi di te incastrati negli occhi.
sabato 12 maggio 2018
Grande hotel
È tanto che non scrivo più sul blog perchè in realtà sto scrivendo sul portadile piccolo...un romanzo. Il primo.
Cioè ci sto provando... mia madre non lo sa forse un pò se lo immagina vedendo 'sto pc sempre sul mio comodino ma finché non l ho terminato non le dico nulla. Lei non legge, non ha mai letto granchè di me, giusto le poesie che ho pubblicato anni fa credo e ogni tanto mi guarda e se ne esce dicendo:"tu devi scrivere un libro." Oppure:"ma perchè non scrivi un libro?" Non lo so che le scatta nella testa ma la adoro. Quindi in questo periodo sono in cerca di emozioni, profonde scosse dell'anima, sembra semplice ma semplice non è. La prima cosa che ad un mediocre verrebbe in mente di dirti e che mi è stato detto è:"drogati". Io non mi sono mai drogata perché credo molto nella percezione totale dei momenti vissuti in coscienza. E quindi non fa per me, non ricordare le cose, ne tanto meno avere visioni distorte e fuorvianti dalla realtà. La perdizione mi piace, ma di sensi attivati da un qualcosa di esistente.
Insomma non riesco a cogliere spesso quella scintilla che mi da l'input per continuare a scrivere per bene senza inciampare nel monocorde. Anche perchè mi guardo intorno e la maggior parte degli incontri che si fanno prevedono persone chiuse, solitarie, disilluse e anche un pò incazzate. Dunque prendere spunto non è che sia proprio una passeggiata... tempo fa però mi è successa una cosa... una cosa che mi ha fatto tanto sorridere e tanto bene. Un ragazzo che incontro quasi tutti i giorni, vedendomi mi ha detto:"ma oggi sei da rapire!!posso rapirti e portarti al Grande Hotel?Ceniamo lì?" Io già ridevo e lui ha continuato dicendomi altre cose sempre però molto delicate. E io non potevo smettere di ridere. Allora lui mi ha detto:"ma ti faccio solo ridere?" È proprio questo il punto. Tu, pensi "solo ridere", per me ridere è l'essenza per stare bene con una persona. A raccontare le proprie disgrazie sono capaci tutti ma provate a ridere di cuore insieme ad un altro. Ridere vuol dire lasciarsi andare e svuotarsi. Vuol dire esattamente stare bene senza remore. È una grande libertà e non ci è concessa con tutti. E succede sempre meno spesso, fateci caso. Chi ride è padrone di se stesso, ha fatto pace con le sue frustrazioni ma lo da a vedere solo ad un anima come la sua. Di contro ci sono quelli che ridono tanto e sempre, beh quelli portano una grande sofferenza...è così evidente che provo tanta compassione. Insomma il ragazzo mi ha detto che mi avrebbe rapita e mi ha fatto ridere perché è esattamente quello che mi aspetto mi risucceda e che mi da energia per scrivere, ma è così difficile da trovare perché le anime primordiali si incontrano solo se sono pronte entrambe. È molto raro, non andiamo più in profondità nei rapporti, ci limitiamo a stare insieme un paio di ore a parlare delle convenzioni sociali ma non ci integriamo mai. Ed è per questo che sto scrivendo un libro. Per trovare nei miei personaggi quello che qui fatica ad evolvere.
giovedì 19 aprile 2018
Perdition's kiss
Mi spinse al muro, mi strinse in vita con le mani tanto da sollevarmi da terra, ma pochi centimetri.
Mi guardò intensamente un istante e mi baciò, con un ardore che non poteva mentire all' amore. Fu lungo e vigoroso e quando finì, mi lasciò scompigliata e completamente persa a ritrovare la percezione di me stessa e del luogo in cui mi trovavo.
sabato 14 aprile 2018
La solitudine degli orfani
Io non so cosa vuol dire essere orfani.
Posso andarmene per un'idea, ma non posso comprenderlo profondamente.
Posso pensare alla solitudine dell'anima, posso con il mio vissuto cercare nella memoria emotiva una malinconia che gli somigli, ma rimanere soli per incidenti della vita è di gran lunga diverso dall'esserlo per proprie scelte.
Chi è un solitario in fondo sta negando qualcosa alla propria vita.
A chi è orfano invece è stato strappato via tutto.
Due occhi orfani sono fissi, inespressivi.
Due occhi solitari sono scaltri e cinici.
C'è un'immensa differenza.
giovedì 12 aprile 2018
Ieri
Ieri stavi meglio di oggi ma ci voleva oggi per capirlo. ma oggi è arrivato e ora è tardi...hai visto?
martedì 10 aprile 2018
L'inverno che si trasforma sempre in primavera
Voglio innamorarmi.
L'ho detto pure alla mia analista e mi ha detto che per una come me che vive di poesia non può essere altrimenti.
Quindi cerco quel qualcuno che mi descriva la bellezza dei fiori di ciliegio in inverno quando sono prossimi a sbocciare, come se io non li avessi mai visti prima.
Risposta di Sensei
Il 28 febbraio 2018 scrivo la mia prima lettera al presidente Ikeda.
Una raccomandata estera.
Verso metà marzo guardo la tracciatura che mi diceva di essere stata consegnata il giorno 10 marzo alle 11.41 da un portalettere.
Per essere sicura che sia arrivata a destinazione chiamo ciampino, fiumicino, numero verde e compagnia bella. Mi dicono che alcuni paesi aderiscono alla tracciatura finale della raccomandata estera ed il giappone è uno di quei paesi.
Solitamente invece questo tipo di spedizione si ferma al confine con l'italia.
Oggi 9 aprile 2018 alle ore 12.05 mi squilla il telefono, ufficio vuoto e dunque rispondo.
Tendenzialmente non rispondo in ufficio e soprattutto non rispondo a numeri fissi.
Sento profondamente di prendere la chiamata e un giapponese mi saluta si presenta e mi dice che deve riportarmi il messaggio del presidente Ikeda.
Io mi sono commossa, c e stato più di un momento in cui non parlavo per via delle lacrime e lui molto saggiamente dall'altra parte ha lasciato che il silenzio fosse colmo di emozione.
Quando ha sentito che mi ero ripresa mi ha letto il fax arrivato dal giappone.
"Ho letto con attenzione la sua lettera e le mando i miei più affettuosi saluti. Daisaku Ikeda."
Ho pianto di felicità e detto al commesso che ero molto felice, l'ho ringraziato profondamente.
Oggi è stato uno dei giorni più belli ed intensi che io abbia vissuto.
sabato 7 aprile 2018
Alcolici e super
Al supermercato.
Io e mia madre giriamo tra gli scaffali, mettiamo nel carrello un pò di cose, poi lei si sofferma nel reparto vini e compagnia bella.
La raggiungo.
"Mà che stai a pjà?"
Lei:"che te piaceva a te? Il baileys?"
"Si mà, ma mica lo vorrai prendere!"
"E fattela na bevuta!"
"Ma mamma, no!dai lascia perde!"
"Ah Domì e non me rompe, te lo compro io!"
E prende la versione al cioccolato.
In macchina.
Io:"mà certo hai una grande considerazione di me...chi madre comprerebbe un superalcolico alla propria figlia?!"
Lei mi guarda interdetta poi sbotta in una risata fragorosa e mi fa:" ma il baileys mica è un superalcolico!!"
"Ah no?"
"Ma nooo!!è un semplice alcolico!!" e continua a ridere.
"Scusa mamma cosa cambia?"
"Cioè tu non conosci la differenza tra un alcolico e un super alcolico?"
"No mamma, dovrei?"
"Sei fantastica."
"È un complimento o una presa per il culo, mà?"
"Fai un pò tu!però bevitelo sto baileys eh, che non è che me fai spende i soldi così!"
"...Ma se sei tu che hai insistito che me lo volevi comprare!"
"Quante storie, Domì. E bevi!"
Novvabbè aiuto.
Tratto dal diario di una figlia assennata.
giovedì 5 aprile 2018
Forma senza contenuto
Non riesco più ad abbozzare la stitichezza emotiva. L'anaffettività arriva, è violenta non confonde. Mentre la stitichezza no, è quell'esserci e non, quel chiedere,ma non sentire, è quella forma senza contenuto.
Cineserie
Quando sono triste, vado dal cinese.
Si, vado nello sconfinato impero del ciarpame reietto, vengo inebriata da quell'odore tossico di polietilene e lo respiro fino all'assuefazione totale e mi dico :"oggi qui muoio ma, non prima di aver comprato la cazzata cosmica."
Insomma qualche giorno fa vado dal cinese.
ma poi avete mai fatto caso che non diciamo mai 'vado al negozio dei cinesi'?
Noi, diciamo:" vado dal cinese", come fosse un amico di vecchia data.
Poi lo chiamiano 'cinese' al singolare, perchè parliamoci chiaro, questi qua sono tutti uguali!
Allora noi li omologhiamo ad uno ed ecco fatto "il cinese".
Ché poi avete notato...non hanno età.
Io ogni tanto mi soffermo proprio a guardarli e mi chiedo che età abbiano.
È praticamente incomprensibile.
Per loro il tempo si è fermato.
Forse è anche per questo che stanno sempre a lavorà.
E non hanno neppure le rughe.
Sono il prolungamento degli alieni, secondo me.
Insomma l'altro giorno stavo tra gli scaffali a sbirciare tra quelle cianfrusaglie kitschissime che solo loro hanno ed ho trovato in ordine
- un poggiapiedi a forma di topo.
-cerotti a forma di cuore.
-scotch brillantinato.
-pesci rossi finti per acquario. (?)
- un posacenere a forma di canguro.
-grattaparmigiano fuxia.
Hanno praticamente tutto!
Non c è storia.
Così per farli scervellare un pò mi sono messa in testa di cercare il vuoto cosmico con delle farfalle all'interno, da mettere come oggetto d'arredo sopra il mio comò, solo che non lo trovavo. Così ho chiesto al cinese:"scusi cercavo il vuoto cosmico ma non troppo vuoto perchè dentro vorrei ci fossero delle farfalle, ce l avete?"
"No capito, io." E sparisce, risucchiato dal vuoto cosmico probabilmente.
Torna insieme ad una signora che dice di essere sua mamma. Per quel che ne so, poteva essere pure sua sorella gemella. Era lui, ma con i capelli lunghi.
Allora richiedo, per metterli alla prova, per tirarmi su il morale e farmi quattro risate:" salve cercavo il vuoto cosmico..."
, lei mi guarda interdetta e in un batter d occhio sparisce insieme a lui.
...e andarono a chiamare un altro elefan...ah no. Cinese!
Mi si presentano in tre stavolta, lui, lei e un altra lei che mi dicono essere la nonna.
Di chi dei due non si sa, però vabbeh. Loro non hanno età, l'abbiam detto.
Allora mi ripropongo:"salve signora, cercavo il vuoto cosmico, ce l avete?"
Lei ci pensa un attimo e poi mi fa:"si si vuoto cosmico avele. Tu volele con faffalle dentlo o albeli?"
Cazzo, non solo ce l hanno il vuoto cosmico
, ma hanno anche il modello con gli alberi!!
No io lo voglio troppo!
Mi mettono in difficoltà così, però.
Evvabbè nell'indecisione li prendo entrambi.
Tanto costano un cazzo. d'altronde è vuoto!
Adoro il cinese!!
sabato 31 marzo 2018
Metti punto e vai a capo.
"Colpo di fulmine.
Si chiama così, no? Quando si prende una cotta per qualcuno che neppure si conosce.
Trasporto emozionale. Attrazione cosmica. È una comunicazione viscerale che parte dagli occhi.
Pensavo non esistesse ed invece.
Alla mia età devo ricredermi.
Ci sono ancora cose in grado di stupirmi così tanto e di farmi vivere leggera, come a 20 anni.
E quindi siccome non sono capace di parlare chiaramente lo scrivo, che mi riesce di gran lunga meglio.
La scrittura è analitica.
Se lui ricambia?
Non lo so.
Le mie percezioni mi dicono di si ma ci vuole tanto coraggio, immagino.
E quindi probabilmente no.
Ma alla fine questa cosa qui mi ha fatto capire quanto è prezioso un attimo di vita.
Di quanto può essere potente!
Caro Gianni mi hai completamente risvegliata dall'abitudine antica delle cose. Quando ti vedo sono emozionata, arrossisco e sono felice.
Mi sento nuova e forte.
Vorrei stringerti le mani, guardarti negli occhi e sentirmi nuda ma al sicuro.
C'è qualcosa di così prepotente in te che mi rapisce.
Amore? Non saprei. Ma sicuro sarebbe stato un bell'inizio.
In ogni caso presto mi convincerò di abbandonare questo stato di euforia, perche voglio andare avanti, provarlo di nuovo e trovare la mia stessa emozione nell'altro. Forse questo finale sarà più scontato ma mi piace di più.
È stato tutto così meraviglioso.
Spero capiti anche a te."
Tratto da una storia vera.
Annarita P.
lunedì 26 marzo 2018
Certezza
«Mi contraddico? Certo che mi contraddico!
Sono vasto, contengo moltitudini».
Walt Whitman ❤️
(31 mag. 1819 - 26 mar. 1892)
giovedì 22 marzo 2018
Ad maiora
Ci sono luoghi solitari nella nostra mente nei quali la polvere non sopraggiungerà mai. Lì sono chiuse perle preziose come ricordi, che brillano e fanno sussultare il cuore.
Sono emozioni delle quali non potremmo liberarci mai.
venerdì 16 marzo 2018
Incontri
Quello che ho appreso oggi è,
punto primo, alla mia felicità sono legate tante altre felicità.
Sembra banale ma banale non è.
Perché se ci si pensa, profondamente, la mia felicità intrinseca è come un lungo filo che trascina anche tutto il mio ambiente.
E dunque, questo si sposa esattamente con il principio buddista in cui tutti siamo estremamente uniti.
Se io sono felice anche gli altri lo sono.
Se io sono felice ma gli altri infelici non può esistere una felicità duratura.
Sto pregando per una felicità effimera.
Dalla mia felicità dipende la felicità degli altri.
Questo comporta una grande responsabilità.
Punto secondo.
Devo guardare al di la degli eventi.
Devo comprendere la mia missione, il che vuol dire pulire il mio karma, dal più profondo.
Le cose non sono assolutamente come sembrano.
Punto terzo.
Come disse Geracitano, non possiamo sapere quale sarà il daimoku che ci cambia la vita.
Nel senso di "risolutivo" della nostra situazione.
Punto quarto.
Pregare con la certezza della vittoria e non con la speranza.
La certezza è di gran lunga più irruenta.
La speranza è un'elemosina rispetto alla certezza di vittoria assoluta.
È solo la sua ombra.
Sostituire quindi la speranza con la certezza.
Punto quinto.
Da domani reciterò con senso di missione, con la certezza che il daimoku, anche se per ora mi sembra di essere ferma, sta lavorando per me.
Cambiare il karma richiede tempo, dedizione e un gran coraggio.
Sto smuovendo tante cose, proprio come quando strappiamo una graminacea, nel momento in cui tiriamo, la pianta è immobile, perchè le sue radici sono lunghe forti e nascoste sotto tanta terra.
Dobbiamo allenarci.
Io mi alleno con il daimoku.
La vita deve trovarmi pronta.
Da domani reciterò con più fede, perchè la vita sa esattamente dove portarmi.
La mente invece è fuorviante.
Fede come assenza di dubbio.
Se ci vorrà tempo saprò che queste sono tutte le cause che ho messo in infinite vite passate.
La vita è eterna.
Pregherò con il cuore puro e libero, pregherò come un budda o meglio da budda.
È il budda che prega, insomma.
È da ĺi che tutto si trasforma.
Sono stata già di molto fortunata ad incontrare il gohonzon, che già ho vinto.
Devo guardare la vita nella sua totale eternità, e io spesso me ne dimentico.
Punto sesto.
Portare nam myohorenge kyo fuori dalle mura.
Praticare nam myoho renge kyo h24.
Essere buddista in ogni occasione.
Altrimenti vanifico i miei sforzi.
Impegnarmi ad essere compassionevole.
Quando si è compassionevoli si è saggi.
E quando si è saggi si è compassionevoli.
Punto settimo.
Andare fino in fondo.
Incontri
Quello che ho appreso oggi è, punto primo, che alla mia felicità sono legate tante altre felicità.
Sembra banale ma banale non è.
Perché se ci si pensa, profondamente, la mia felicità intrinseca è come un lungo filo che trascina anche tutto il mio ambiente.
E dunque, questo si sposa esattamente con il principio buddista in cui tutti siamo estremamente uniti.
Se io sono felice anche gli altri lo sono.
Se io sono felice ma gli altri infelici non può esistere una felicità duratura.
Sto pregando per una felicità effimera.
Dalla mia felicità dipende la felicità degli altri.
Questo comporta una grande responsabilità.
Punto secondo.
Devo guardare al di la degli eventi.
Devo comprendere la mia missione, il che vuol dire pulire il mio karma, dal più profondo.
Le cose non sono assolutamente come sembrano.
Punto terzo.
Come disse Geracitano, non possiamo sapere quale sarà il nostro ultimo nam myohorenge kyo.
Nel senso di risolutivo.
Punto quarto.
Pregare con la certezza della vittoria e non con la speranza.
La certezza è di gran lunga più irruenta.
La speranza è un elemosina rispetto alla certezza di vittoria assoluta.
È solo la sua ombra.
Punto quinto.
Da domani reciterò con senso di missione, con la certezza che il daimoku anche se per ora mi sembra di essere ferma sta lavorando per me.
Cambiare il karma richiede tempo, dedizione e un gran coraggio.
Sto smuovendo tante cose, proprio come quando strappiamo una graminacea, nel momento in cui tiriamo la pianta è immobile, perchè le sue radici sono lunghe forti e nascoste sotto tanta terra.
Dobbiamo allenarci.
Io mi alleno con il daimoku.
La vita deve trovarmi pronta.
Da domani reciterò con più fede, perchè la vita sa esattamente dove portarmi.
La mente invece è fuorviante.
Fede come assenza di dubbio.
Se ci vorrà tempo saprò che queste sono tutte le cause che ho messo in infinite vite passate.
La vita è eterna.
Pregherò con il cuore puro e libero, pregherò come un budda o meglio da budda.
È da ĺi che tutto si trasforma.
Sono stata già di molto fortunata ad incontrare il gohonzon, che già ho vinto.
Devo guardare la vita nella sua totale eternità, spesso me ne dimentico.
Punto sesto.
Portare nam myohorenge kyo fuori dalle mura.
Praticare nam myoho renge kyo h24.
Essere buddista in ogni occasione.
Altrimenti vanifico i miei sforzi.
Impegnarmi ad essere compassionevole.
Quando si è compassionevoli si è saggi.
E quando si è saggi si è compassionevoli.
giovedì 15 marzo 2018
Forma senza contenuto
Non riesco più ad abbozzare la stitichezza emotiva. L'anaffettività arriva, è violenta non confonde. Mentre la stitichezza no, è quell'esserci e non, quel chiedere,ma non sentire, è quella forma senza contenuto.
mercoledì 14 marzo 2018
Due
Due.
Come io e te.
Che quando mi guardi arrossisco.
Che quando ti guardo ti imbarazzi.
Due ma come uno.
Eppure non è la prima volta che ci vediamo.
Eppure come ogni volta c'è la magia dei nostri lunghi sguardi, a ricordarmi chi sono, a ricordarti chi sei.
mercoledì 28 febbraio 2018
Cos'è la guerra?
Cos'è la guerra?
Un missile che costa 100mila dollari, lanciato da un aereo che costa 20 milioni, e che vola con il costo di 6mila dollari all'ora, per uccidere gente che vive con meno di un dollaro al giorno.
Per incrementare il mercato delle armi.
Per giustificare militari o meglio, posti di lavoro.
Per metterci gli uni contro gli altri.
Per creare terrorismo, perchè si sa, quando la paura permea gli ambienti, un popolo si controlla meglio.
Ecco cos' è la guerra.
Napoli e poi.
Bufera di neve, citta' fantasma,scuole chiuse ma l'ufficio postale pieno di gente.
Come è scritto nel libro dell'Apocalisse:"prima della fine del mondo, andate nell'ufficio postale!redimerete i vostri peccati ".
...a bullett scade oggi.
...mtti sti sord ngopp a u libbrett.
...facit(e) stu vagli(e).
domenica 25 febbraio 2018
Quattro occhi
Lui, alto, nerboruto, due grandi occhi neri, un naso sporgente, una bocca carnosa.
Lei, bella bellissima, truccata perfettamente per ridurre l'età anagrafica, i capelli color del fuoco che si intrecciano tra di loro come tentacoli e delineano due occhi acquosi e profondi, come il mare in tempesta.
Lui entra in ufficio, è distinto ed elegante, nonostante la sua giovane età.
Lei è seduta e aspetta il suo turno guardando il numero che ha in mano, quasi a imprecare arrivi presto.
Lui stacca il biglietto con il numero dalla lingua dell'eliminacode che scatta subito.
Si dirige allo sportello consapevole delle bestemmie dei vecchi dietro di lui, quindi accellera il passo, e va nella direzione opposta a quella dove è seduta madama rossa.
Lo sportello è l'ultimo ed il più nascosto.
Siamo io e lui.
"Buongiorno, devo spedire due raccomandate" e me le porge.
"salve" e sono operativa.
Lui, non è un cliente abituale, non so che lavoro faccia ma è qualcosa di importante. È sempre ben vestito, curato, profumato.
Ha un incarico, un ruolo ed è sempre molto serio anche se quando si congeda apre la sua grande bocca in un autentico sorriso.
Vedo centinaia di persone al giorno che sostano in ufficio ma credetemi è meramente difficile percepire una sincerità del cuore in centinaia di persone.
Non vorrei cadere nel mielato del discorso ma quando uno ti sorride senza malizia o ti da il buongiorno perchè veramente lo sia un BUON giorno, te ne accorgi perché lo fa in modo diverso, senza alimentare la ripetitività dei gesti, insomma senza deprezzare quel rito in convenzione.
Le persone vere si riconoscono, come quelle empatiche, aperte come una finestra che da su un paesaggio da cartolina.
Questo è ciò che mi trasmette l'elitè.
La maggior parte dei clienti arrivano senza salutare o con un saluto retorico, sbrigano le loro cose e si congedano con lo stesso broncio con il quale si svegliano mattina dopo mattina, che gli ha segnato varchi di rughe d'espressione.
Il ragazzo si allontana da me e si appresta ad uscire quando alza lo sguardo e vede lei, la signora dai capelli rossi.
Non so descrivervi minuziosamente il suo volto illuminato appena la vede, perchè è qualcosa di così intimo.
"Ciao Monica" dice e non si trattiene dalla felicità nello scoprirla lì, in un martedì qualunque.
Lei si alza in piedi e lo bacia sulle guance.
Certi occhi che si guardano non li puoi staccare, sono così veri, così puri, così candidi, come la neve.
Si fermano a parlare.
Si evince che è diverso tempo che non si vedono.
Si percepisce che c'è qualcosa tra di loro, come una forza, una sinergia, come l 'amore.
Ed è profondamente bello.
Ripercorro a mente la loro storia.
Si sono visti l'ultima volta una sera d'estate quando tutto è leggero, anche il lasciarsi per sempre.
Quanta decisione ci vuole nel terminare una storia per la differenza di età?
Erano molto innamorati, avevano trovato un loro equilibrio dentro spazi scavati a forza negli impegni quotidiani.
Erano felici, felici davvero, forse proprio perchè consapevoli che fuori la loro vita di coppia non esisteva.
Era come un sogno e potevano permettersi il lusso di non svegliarsi mai.
Le loro ore dentro l'hotel caracciolo, vicino la stazione termini, erano il più bel regalo che potevano donarsi l'un l'altro.
Ore scandite da una passione fugace a tratti intensa, quasi violenta.
I loro corpi incastrati mentre fuori pioveva, quando il sole scaldava, quando la tramontana puliva l'aria e restituiva un cielo chiaro, dipinto.
Le loro bocche rosse che si volevano, ansimavano e poi si raccontavano.
Chiacchieravano delle loro vite intrise di successi e di frustrazioni.
Passavano ore a ridere, a ridere con gli occhi.
Una felicità racchiusa dentro 15 metri quadri in una stanza di albergo.
Ed ora erano lì, davanti a decine di persone, dove nessuno conosceva il loro inconfessabile segreto.
Ho scorto il loro stupore nel rivedersi e ho provato un brivido.
Sono questi gli attimi per i quali viviamo, dove la vita si mostra in tutta la sua eternità.
Poi ancora continuano a guardarsi, arrossiscono e ridono piano di qualcosa che si sono detti.
Dura tutto pochissimi minuti, poi si salutano; lei si risiede, sospira e sorride guardando il suo biglietto con il numero.
Lui esce dall'ufficio, si ferma un secondo, guarda le macchine che passano e poi si riavvia.
E io sono sicura che entrambi pensano:" cosa c'è di più crudo di amore infinito, finito?"
Perchè certi legami vanno oltre la pelle e il sangue.
Sono immensamente eterni.
domenica 18 febbraio 2018
Ciao o niente
E vorrei scriverti una di quelle lettere ma andrebbe bene anche solo ciao. Ma poi mi fermo e metto la penna giù. E allora resto ad aspettare invano. E poi guardo fuori dalla finestra e non ti trovo neppure lì. Sei totalmente nei miei pensieri che non puoi essere altrove. E ti stringo anche se sei inconsistente. Ma mi sento talmente intera! Chissà se hai mai provato questa sensazione di essere integri, quel posto in cui non ti sposteresti mai per non dividerti. E poi mi ricordo che cercare, pensare e sentire son cose diverse e io ti penso ma non ti cerco, e questo divario mi corrode.
martedì 13 febbraio 2018
Let clouds fall on us
A volte mi rendo conto che è difficile trovarmi nelle parole.
Forse sarebbe meglio tacere, per non farmi sprecare in pensieri che non corrispondono alla mia, di realtà.
Vorrei far volteggiare le mie soffici nuvole di gioie passeggere e poi vorrei mostrartele e capire dai tuoi occhi se anche tu ti commuovi come me.
Se sei tu quella meta a cui voglio arrivare senza indugio.
Lascia che le nuvole cadano su di noi.
domenica 11 febbraio 2018
11 febbraio in ricordo di Sylvia
“Non farmi disperare al punto da buttar via il mio onore per la mancanza di consolazione; non farmi nascondere nell’alcool e non permettere che mi laceri per degli sconosciuti; non farmi essere tanto debole da raccontare agli altri come sanguino dentro; come giorno dopo giorno gocciola, si addensa e si coagula”.
Sylvia Plath ❤️
(27 ott. 1932 – 11 feb. 1963)
sabato 10 febbraio 2018
9 febbraio
Mauri 4 anni che non ci sei più. Mi sembra passata un'eternità, tanto grava la tua assenza. Ti ricordi? Fino a notte fonda a parlare al telefono, tu a dirmi:"continua a lottare per le ingiustizie, come ho fatto io!!" Io che non ho peli sulla lingua, porto ancora oggi avanti questo tuo pensiero che è anche il mio.
Chi non si oppone al male pur vedendolo e riconoscendolo, contribuisce al male.
Dedicata a te amico mio.
Alla prossima vita.
https://youtu.be/svmCboEqVq8
Ciao!
Ciao, avrei voluto inciampare in te, oggi o un altro giorno qualunque, che poi il tempo è relativo, puntare gli occhi nei tuoi e dirti che volevo parlare ma poi ho scritto.
Mi manchi sì lo so che è banale detta così.
Ci proverò meglio.
Mi manca la tua carne...no.
Mi manca affondare le mie mani nella tua carne, i baci lenti poi più veloci, i vestiti per terra e gli occhi chiusi.
Ho desistito, ho resistito volevo qualcosa fuori dall'ordinario, che è lento.
Non aspiro a relazioni basiche.
Non sono quel tipo di persona che si accontenta e soprattutto non sono una donna prevedibile.
Mi hai detto che sei diverso.
Ci rido su.
Mi hai detto che non ti sprechi in complimenti.
No, non è per me.
Un interagire silenziato da sguardi.
Possibile che l 'anonimato sia l'unica cura?
Sta passando, lo sento che sta scivolando via, altrove da me.
Volevo dilettarmi in una di quelle passioni che ti travolgono impetuose, in quegli abissi fatti di scelte o di rinunce.
Probabilmente non sei tu ed è un vero peccato perchè per me la premessa c'era.
Difficilmente noto altri uomini.
Ma all'improvviso con te è successo e dalla prima volta che ti ho visto.
Che poi neanche sei il mio tipo, ma vedi com è sottile l'attrazione, lo scheletro dell'amore?
Volevo dirtelo ma poi niente l'ho scritto che noi,ultimi timidi rimasti arrossiamo.
giovedì 1 febbraio 2018
Bolle di sapone
Ci sono giorni in cui mi manchi così tanto che percepisco i ricordi vividi e mi aggrappo all immagine di un tuo sguardo per sentirmi intera.
È inverno e oggi piove pure.
Ma perchè non piovono mai bolle di sapone?
venerdì 19 gennaio 2018
Nenia
Per percepire la tua bellezza non mi basta più chiudere gli occhi.
Oh amore, che fuggi così lontano da me, hai trovato davvero un posto più sicuro del mio cuore?
lunedì 8 gennaio 2018
D'Annunzio docet
L'ineguagliabile forza di uno sguardo.
Oggi mi è successo così.
"Ci sono certi sguardi di donna che l'uomo amante non scambierebbe con l'intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza non sa la più alta delle felicità umane. Dopo, nessun altro attimo di gioia eguaglierà quell'attimo."
(Gabriele D'Annunzio, Il piacere)