È sera, è estate.
Passeggio su via mameli con il cane, sono le 20,00 circa e c'è ancora un gran bel sole caldo che si appresta a a scomparire dietro il paese di Marino. Prima di rabbuiare da spettacolo di caleidoscopici colori, ed è davvero un incanto starlo a guardare.
Così passeggio lenta, respiro piano e penso alla mia giornata, appena trascorsa.
Via mameli è uno stradone largo, doppio senso e ci sono diverse macchine parcheggiate.
Non faccio caso di solito a ciò che passa intorno a me, ma il mio sguardo si posa involontariamente su di una macchina ferma bordo strada.
Due si baciano.
Si baciano tanto e con passione.
Lei ha le mani poggiate sul viso di lui, come una carezza.
Lui ha le mani intrecciate nei capelli di lei, come a stringerla per avvicinarla ancora di più.
Sorrido.
Poi mi chiedo cosa spinge due a baciarsi così meravigliosamente dentro una macchina scomoda.
Poi vedo uno scooter parcheggiato davanti la macchina e realizzo.
Amanti.
Sono amanti e sono audaci.
Poi mi chiedo perché allora se si amano così non stanno insieme. e la risposta mi fa un pò male.
perché forse diventerebbero monotoni come le loro relazioni ufficiali.
Questo mi fa male, non lo tollero e non voglio pensarlo.
così penso che sono lì lì per lasciare i loro compagni per vincere insieme, perchè si sono sbagliati, perchè la vita evolve e non sempre tutti riescono a starle dietro.
perchè pur di non ascoltare il loro silenzio rincasando la sera, hanno preferito il silenzio di un qualsiasi altro.
nel frattempo però la vita fa il suo corso e dona a chi è pronto tutto per essere felice ed essere migliore.
mi piace pensarla così.
e quindi vedo aldilà di un tradimento, vedo un amore che freme e che ti porta ad esprimerti con un solo bacio dentro una macchina, come a 20 anni.
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mercoledì 29 novembre 2017
amanti
domenica 26 novembre 2017
svestita di opinioni drastiche
Spesso penso che io debba smettere di far vedere la mia visione agli altri.
Ognuno di noi è diverso. Ha una mente per pensare, uno stimolo che lo può far osare ed un'anima per amare tutta la bellezza della vita.
Io ad oggi so chi sono, ed è gia una conquista. Ho imparato a riconoscere anche cosa voglio e soprattutto cosa è veramente importante per me, ma nonostante questo, sono in continua evoluzione, ed è fuor di dubbio che anche gli altri lo siano. È proprio in merito a questi cambiamenti che cerco un fulcro permanente e l'ho trovato nella mia individualità.
Guardo la mia vita, quella degli altri è opinabile e fin troppo spesso non mi ammanta di esempi eccellenti da cogliere, ma proprio per questo però posso valutarla e migliorare me stessa.
Sto imparando a specchiarmi nell'altro senza necessariamente contraddirlo. E credetemi, per una ecclettica come me, è davvero sfidante.
Sto imparando a non alzare la voce, che sentirei solo la mia rabbia, e a rispondere con la dedizione del mio punto di vista elegante, anche se crudo.
Non tradisco più me stessa.
Semplicemente non mi fermo sempre su tutti e tutto, e mi centro molto di più su me stessa.
Egoisticamente in modo sano, devo tenere le energie per mio conto e usarle per incentivare i circoli virtuosi e non per evidenziare frustrazioni.
Arriva il momento di spogliarmi della superficialità delle cose e vestirmi di altro.
La libertà non è mai troppa e i limiti non esistono, è la nostra mente che ce li inpone in accordo con la società in cui viviamo.
La libertà per me è ovunque, qui su un blog o in un luogo fisico, in un abbraccio sentito e taciuto, in una corsa nel parco, in un ambizione, in un incontro atteso, in un vestito dismesso o in un sogno, ma parte da dentro. È accattivante e quindi personale ed intima, la libertà di scoprire me stessa.
giovedì 16 novembre 2017
breve mia storia triste
conosco un tipo, mi approccia molto carinamente, mi chiede il numero ma io nulla, vagheggio.
lo rincontro una sera e altrettanto premurosamente dice che vuole dilettarsi con me una volta a cena.
mi ribatte il numero che alla fine gli do, solo per premiarlo della sua delicata gentilezza. alla faccia degli uomini snob e dei beceri!
manco arrivo a casa che mi ha già mandato la buonanotte dicendomi che mi verrà a prendere lui per portarmi a cena una sera dove voglio e quando voglio.
mi sento impaurita da cotanta riverenza.
non rispondo e nei giorni successivi mi scrive lui dicendomi che forse ha corso troppo senza dirmi però le cose come stanno veramente.
e niente lui è gay. gli piaccio da morire perché secondo lui sono una fashion victim. una figa, una smart. una potenziale grande amica, con cui avere una profonda relazione perche a pelle ha sentito questo.ma sopratutto mi vesto da paura perchè porto una 38.
mai na cazzo di gioia.
lunedì 13 novembre 2017
breve storia triste
Florinda entra in un negozio. colpo di fulmine. due occhi blu.
iniziano a parlare.
lui è gentile. dolce. carinissimo. ha un sorriso stampato sulle labbra e la guarda intensamente.
e niente lui ha 7 anni meno di lei.
mai na gioia.
Caterina
Il rumore di un piatto di coccio che cade e si rompe a terra è assordante.
schizzi di sugo sul pavimento, sul tavolo e persino sul muro, bianco.
spaghetti al tonno.
gourmet per Caterina.
è uno di quei piatti che sei felice solo a sentir pronunciare il suono delle sillabe che compongono la parola.
spa-ghet-ti al ton-no.
come un giorno di festa in cui simuli un mal di pancia per stare a casa con tua mamma che non c è mai, per farla fermare.
almeno un giorno, è tutta per te.
ed invece le due tue felicità più grandi si uniscono per renderti più spaurita di quello che già non sei.
urla, uno spintone a mamma e poi scaraventa il piatto di spaghetti a terra.
dopo se ne va, dicendo che gli abbiamo rovinato il pranzo.
"tu, hai capito perché si è arrabbiato papà, Terry?"
"i grandi sono imprevedibili. non sanno mai cosa vogliono." fa rispondere alla bambola.
"io volevo soltanto mangiare tutti insieme il mio piatto di spaghetti al tonno. ora sono preoccupata, è colpa mia se è successo tutto questo. mi sta bene Terry, è perché ho fatto finta di avere mal di pancia."
la bambola non risponde.
Caterina ricorda bene quel particolare della sua infanzia ed ora ha 15 anni, è cicciotella e mangia sempre compulsivamente, per quel piatto che le è stato tolto dalle mani così irruentemente.
per quella felicità che le è stata strappata come un foglio di carta accortocciato e buttato nel secchio.
giovedì 2 novembre 2017
Il giorno dei morti
Oggi ricorre il giorno dei morti.
In tutta onestà non mai capito perché si portino i fiori ai morti.
Cioè la gente usualmente regala fiori ai vivi che poi decedono?
Voi regalate fiori assiduamente quando andate a trovare i vostri amici o parenti?
Io no.
Difatti non ne porto neanche ai morti.
Le persone care che sono passate ad una miglior vita io le ricordo nel mio gongyo mattina e nel mio gongyo sera.
Sono sempre con me, nei miei pensieri che voi ci crediate o no.
Questo conformismo della festa dei morti mi agghiaccia.
Non denuncio tutti quelli che portano i fiori sulle tombe ci mancherebbe, mi chiedo solo quanti tra quelli che praticano questo atto ripongono davvero nel loro cuore la compassione.
Cioè a volte mi sembra che ci aggrovigliamo in questi atti di perbenismo e mero bon ton solo per mettere a tacere le nostre coscenze.
Almeno a me alcune volte mi è capitato di vedere questo.