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lunedì 20 gennaio 2014

Diario di una scettica

Ed ecco che ho trovato quello che mi mancava.
La fede.
Arrivata all'età di trentuno anni, ho collezionato abbastanza ricordi, tante gioie, altrettante delusioni e miriadi di esperienze preziose.
Ho un marito meraviglioso, un figlio top, un cagnolino buono buono.
Ho un lavoro, chè tanto scontato oggigiorno non è, ho i problemi che possono avere tutti coloro che lavorano alle dipendenze di qualcun altro.
Ho una famiglia alle spalle che mi ha aiutato a poter acquistare una casa, nonostante hanno dovuto fare sacrifici per prendere un mutuo e io e mio marito altrettanti per prendercene un altro.
Sono innamorata della mia casa, la stiamo ancora sistemando, ma non sono impaziente perché il bello sta proprio nell'ideazione.
Insomma cosa mi manca?
Si un altro figlio probabilmente, ma la vita mi ha insegnato a non essere impaziente e ad aspettare gli eventi, quelli giusti.
Quindi cosa mi mancherebbe...mmm vediamo...beh giusto la fede.
Etiparepoco.
Sono sempre stata poco credente, poi da quando è morto mio nonno sono diventata atea.
Neppure agnostica, che va tanto di moda quando non si sa che fede abbracciare, si butta lì un "sono agnostico".
Della serie:"nonmelasentodiaffermarechesonoateoalloratidicochenonsoseesistequalcuno".
Si sospende il giudizio insomma.
(più per evitare che se davvero qualcuno esiste me la farà scontare che sono stato ateo.) a mio avviso.
Bah.
Ho conosciuto la pratica buddista da mia sorella tanti anni fa, lei era giovanissima ancora andava a scuola, io ero in un periodo davvero nero e lei mi invitò ad andare ad una riunione, dove mi spiegarono cos'era il buddismo di nichiren daishonin.
Quello che mi sorprese fu l'accoglienza che ebbi in quel determinato ambiente.
Erano tutti estremamente gentili ed inverosimilmente sorridenti. 
Come se fossero davvero felici.
Non mi lasciai però contagiare dal loro entusiasmo e dopo la prima riunione tornai nel mio buco nero.
Passano un paio di anni e tó quasi per magia incontro maria grazia in un ufficio postale che mi invita ad una riunione...andiamo in tre, anche con un altra collega che non conosceva affatto il buddismo giapponese.
Inizio ad andare alle riunioni con molta assiduità, mi piaceva quello che sentivo, che studiavo ma era un qualcosa al di fuori di me.non mi apparteneva.
Cambio gruppo, mi avvicino a casa (dove abitavo prima) ma niente stessa storia: tutto molto bello ma asettico.
Cambio casa e mi trasferisco a Santa maria quindi lascio i
Miei recapiti per farmi contattare dal gruppo di Santa maria, ma nessuno mi chiama e io non insisto.
Passano cinque anni.
Un pomeriggio d estate incontro Paola (buddista) la vicina di casa di mia suocera mi chiede se pratico ancora, dico no, mi dice:"tanto basta un solo sole ad illuminare tutti.a voi ci penso io."
Le sorrido e me ne vado.
Dopo pochi giorni incontro Gabriella (buddista anche lei) usciamo insieme con mia cugina e mi chiede se pratico ancora, dico no perché non conosco nessun gruppo a Santa maria.
Mi dice che me lo troverà lei.
Onestamente non mi andava di dire no e per pigrizia ho accettato ma non sarei mai andata ad una riunione sei mi avessero chiamata.ne ero sicura.
Già avevo poco tempo per me tra famiglia e lavoro, figuriamoci se potevo "sprecarlo" per gli incontri buddisti...
A settembre mi chiama maria responsabile di uno dei gruppi a Santa maria...mi invita alla
Riunione e senza pensarci troppo vado.
Se vi dovessi dire perché ho accettato io non saprei dirvelo.
Ero fermamente sicura che anche se mi avrebbero chiamata non avrei mai partecipato ed invece...
Paola e Gabriella ci avranno messo del loro per farmi riavvicinare alla fede perché come si dice "una volta messo, il seme germoglierà." O prima o dopo.
La riunione fu molto bella, il gruppo anche. 
Belle persone davvero e tutti molto incoraggianti.
Ritrovai insomma quell
Aurea di pace che regna nei buddisti. In tutti i
Buddisti che ho conosciuto.
Inizio il daimoku e caspita come funziona.
Non salto una riunione ma ora manca il gohonzon, sento che praticare davanti al muro non mi basta più.
Decido
Di ricevere il gohonzon il 21 di dicembre e nonostante tanti problemi sorti all ultimo ( che noi buddisti chiamiamo "demoni") arrivo in tempo al kaikan e
Mi commuovo pensando a quanto straordinario può essere il cambiamento in un essere
Umano.
Da scettica a credente.
La cerimonia è stata così intensa che vorrei riviverla per gustarmela di più.
Senza ansia insomma.
A casa il gohonzon l ha aperto mia sorella , lei che mi ha introdotto alla pratica e che non smetterò mai di ringraziare.
Ora il suo gohonzon lo conservo io sotto il mio, perché lei è fuori Italia e non l ha voluto portare con sè.
Proteggo la sua vita tutti i giorni con la mia preghiera ma questo non basterà mai a ripagare il mio debito di gratitudine per avermi fatto conoscere questa meravigliosa fede che è il buddismo.

Di benefici ne ho avuti tantissimi da quando pratico qui a Santa maria e non c e giorno in cui io non mi accorga di quanto oggettivamente stia cambiando la mia vita.

La felicità è in questo mondo, è ora ed è qui.




sabato 18 gennaio 2014

Sono troppo nobile per l'ira.

Convocata per colloquio con responsabile del personale per una domanda di maternità (giorni vecchi di cui ancora non avevo usufruito) "irregolare".
Storia già letta e riletta visto che è la mia terza domanda di maternità.
Alla collega che si occupa di queste cose manca sempre qualcosa, dunque stavolta gioco d'anticipo.
Periodi di congedo parentale dal 2/01/2014 al 5/01/2014, dal 7/01/2014 al 8/01/2014.
La domanda si presenta almeno 15 giorni  prima.
Conoscendo i miei polli (burocrazia e compagnia bella), stavolta la presento il 21 novembre 2013.
Dopo una settimana la collega mi dice che è incompleta dunque debbo rimandare il fax.
Rimando fax il 27 novembre.
Silenzio.
Silenzio assenso?
Silenzio assenso, ma solo fino al 16 dicembre quando la tipa (oramai non la chiamo più collega perché io non lavoro così e non vorrei identificarmici) mi fa dire dal mio direttore di chiamarla.
Manco fosse l'amministratore delegato che ha la segretaria.
Ok la chiamo. 
Secondo voi che mi dice?
La pratica non è regolare, perché due periodi staccati non possono essere richiesti.
Premetto che io all'inps avevo fatto una richiesta unica, l' impiegata invece mi ha detto che avrei potuto tranquillamente staccare i periodi per recuperare un giorno.
Se per l'inps non ci sono problemi visto che mi pagano loro...
Per poste italiane invece sì.
Ed è giusto che ognuno abbia la propria burocrazia se solo le pratiche fossero lavorate in tempo.
Mi viene detto di andare a rettificare la domanda all'inps dal 17 dicembre ma siccome questo non è possibile perché oramai la domanda è partita mi si dice di dichiarare di essere stata all'inps e che la domanda non può essere più rettificata.
Non volendo dichiarare il falso scrivo una lettera alla tizia e per conoscenza alla responsabile del personale chiedendo perché se si invia un congedo in anticipo questo venga lavorato un mese dopo e ci si accorga un mese dopo che questo ha un irregolarità.
E dico anche che se la collega è oberata di lavoro mi offro di aiutarla io.
Mi autocandido per lavorare in filiale.
Insomma gli sdramatizzo un pó questo momento di estremo imbarazzo della loro poca competenza nel gestire il lavoro.
Non ottengo nessuna risposta.
Il 20 dicembre vado in ferie e torno a lavorare il 30.
Nessuna comunicazione.
Allora stavolta penso davvero silenzio assenso.
E invece no, perché la tizia chiama il direttore e gli dice che io devo chiamarla.
Detto fatto.
Fisso un appuntamento per andare a parlare con la responsabile del personale.
Incontro a tre: io, la responsabile del personale e la tizia.
Entrambe sostengono che erano nei tempi per lavorare la mia pratica, il 16 di dicembre per il 2 di gennaio, feste comprese.
Io, affermo quindi che la mia pratica mandata il 21 novembre non l' ha guardata nessuno.
La responsabile mi dice che la tizia l ha guardata e notando fosse per gennaio, l ha archiviata per riprenderla poi.
Dico:"quindi se avete letto i periodi staccati perché non mi avete avvisata subito che non era regolare?"
La tizia mi dice che i numeri sono strani."sono scritti strani" (allego foto)
Scoppio a ridergli in faccia.
Mi dicono che lì lavorano fino alle otto di sera.
Ce credo se non sapete manco legge i numeri è dura, fije mie.
Non lo direi mai, ho una certa etica però nessuno mi ha trattenuto dal pensarlo.
Allora mi autocandido per lavorare lì in filiale con la tizia, dato che è oberata di lavoro.
La responsabile mi dice che non si possono togliere operatori agli sportelli.
Poi mi propone di fare il corner di poste mobile.
Ma non mi aveva detto che non si poteva    Togliere personale agli sportelli?
Credo che oggi ho avuto tutte le mie risposte.
Grazie.
E per aiutarvi a risolvere il vostro problema andrò all INPS a rettificare la mia pratica.
Voi intanto lavorate, sì ma non le pratiche burocratiche, lavorate su voi stesse e sulla coerenza.


venerdì 17 gennaio 2014

Grazie.

Ci sono persone che incontri e di cui dopo poco non ricordi neanche più il volto.
Non vorrei essere in loro.
Perché io sono pretenziosa e vorrei essere ricordata.
E per essere ricordati bisogna apportare un valore aggiunto.
Un sorriso per esempio.
Io metto il sorriso come causa.
E l'effetto qual'è?
La mia pace.
Non c'è alcun dubbio che funzioni.
Questa pratica funziona.
Nam myoho renge kyo.