Post più popolari

mercoledì 24 ottobre 2018

E tu?

Sto pensando a questo. A quello che mi è successo spesso.Di rimpicciolire il cuore, di provare ad aprirlo ma poi non ce l'ho fatta e mi sono vista lasciarlo lì dov'era. Dentro al petto. Chiuso. Serrato. Irraggiungibile. Volevo donarlo ma a volte i troppi no ci chiudono. E desistiamo. E per farla pagare agli altri fingiamo noi stessi dei no, quando dentro urliamo si. I bambini sono semplici. Dicono no quando è no e sì quando è sì.

E tu, quanto amore perdi ogni giorno?

sabato 20 ottobre 2018

Piccole cose

Affacciata al balcone, sola, respiro leggerezza.

Saggezza umana

A volte le persone credono di sapere chi sei e creano nella loro mente un etichetta di te. Tu sei e sarai sempre quello che ha problemi di relazione, tu sei e sarai sempre quello che ha paura del nuovo, tu sei e sarai sempre quello che ha disturbi dell alimentazione, tu sei  e sarai sempre l alcolista, tu sei e sarai e sbam sopra un etichetta ignorando e insabbiando completamente il tuo percorso di crescita, e più si palesa ai loro occhi la tua determinazione al cambiamento, più la sabbia diventa granitica. Queste persone sperano nel tuo fallimento per sentirsi a posto con la loro paura ad evolversi. Un  modo per sviarti da questo meccanismo è assecondare l altro. Fargli credere che sei così come lui/lei pensa che tu sia, solo così penserà di aver vinto e smetterà di rubarti energia preziosa che ti servirà ancora per continuare a migliorarti sempre di più  lontano finalmente da questa tossicità.

lunedì 15 ottobre 2018

Isotta

Il 21 dicembre 2013 divento membro buddista della Soka Gakkai.
Solitamente quando ci si converte e si riceve il Gohonzon arriva un grande beneficio. Il desiderio che avevo messo come obiettivo della mia pratica era avere un altro figlio, possibilmente una femmina, sana.
Il 4 febbraio due giorni prima del mio compleanno con un ritardo di più di  una settimana faccio il test di gravidanza che risulta positivo. Non dico niente a nessuno a parte mio marito...domenica 9 febbraio mi alzo presto sono le 5 di mattina vedo una luce bianca passare nel corridoio. Penso che qualcuno è passato di qua, per un saluto. Mi rimetto a letto ma già so.
Mi alzo più tardi mi vesto e vado a praticare due ore per kosen Rufu a casa di Andrea (un pensiero per te caro amico ovunque tu sia) incontro tante persone e tutte mi dicono che sono bellissima, che ho qualcosa di diverso e che sono raggiante.
Il giorno dopo vengo a conoscenza che Maurizio ha finito di lottare e di soffrire. Lui che mi diceva un paio di mesi prima:"non smettere di sperare... Arriverà un altro figlio. Una femminuccia come la vuoi tu."
Ecco quella luce bianca.
Sorrido ma accompagno i miei momenti di profonda paura ascoltando "un filo negli abissi" di Elisa e "liberi" dei Tiromancino. Canzoni che Isotta ancora apprezza molto...
Ho paura della gravidanza... se non riesco a portarla a termine questa volta mi arrendo, penso.
A 9 settimane perdo sangue.
A Genzano mi dicono che il feto è un imminente aborto. Mi chiedono se voglio rimanere lì ricoverata ad aspettare o se preferisco succeda a casa mia. Firmo e me ne vado.
A casa prego sdraiata a letto, con Maria che mi viene subito a trovare e  mi incoraggia. Prendo progesterone da subito, mi riposo e dopo un paio di settimane torno a lavoro.
Sto bene e la gravidanza continua.
A 11 settimane faccio la villocentesi, molto dolorosa e difficile perché ho la placenta posteriore. Appena finita l operazione la dottoressa mi dice di svuotare la vescica. Vado in bagno e sono in un bagno di sangue.
Chiedo alla dottoressa se è normale. Lei impallidisce mi dice di sdraiarmi di nuovo per controllare. Vedo quella piccola creatura che muove il braccino come per salutarmi. E la dottoressa stessa mi dice :"hai visto? ti saluta! sta bene".
Rincuorata torno a casa prendo medicine per le perdite di sangue e buscopan per le contrazioni che avevo, dovute all operazione.
Sto a casa 5 giorni completamente a riposo non mi alzo mai, vedo film su film prestati da Valerio, mangio sul divano e poi trascorsi i giorni a riposo, ritorno a lavoro.
Finita la giornata lavorativa torno a casa e vado in bagno. Di nuovo sangue.
Il ginecologo mi prescrive totale riposo e sospensione dal lavoro. Prego prego e prego. Le pareti di casa si impregnano di daimoku. Apro casa tutti i giorni la mattina per praticare con i compagni di fede.
Leggo e studio buddismo e vedo  ancora mille film nei pomeriggi per me infiniti, tra cui Tristano e Isotta con James Franco... per chi non lo sapesse è il mio attore preferito. Se è femmina la chiamiamo Isotta pensiamo io e mio marito.
Arrivano le risposte della villo.
Tremo, il dottore si dilunga chiedo celerità. È tutto ok. Ringrazio e sto per riagganciare quando lui mi fa:"non vuole sapere se è maschio o femmina?" io annuisco. Lui mi chiede se il primo figlio è maschio. Confermo. Lui mi dice:" allora adesso arriva la femminuccia. Auguri signora!"
Incredula inizio a strillare dalla gioia.
Metto Ligabue. È il giorno dei giorni e lei è Femmina, come la terra.
Seguono giorni di fede, pratica e studio.
Gioco con mio figlio nei pomeriggi  e  tutto mi sembra perfetto.
Vado a visita. È tutto apposto.
Arriva giugno parto in vacanza con Giordano Leone e mia madre ma mi stanco facilmente.
Torno in visita e Mario mi dice che deve ricoverarmi perché ho il collo dell'utero accorciato. Sono di 27 settimane. Isotta é troppo piccola per nascere. Deve resistere.
Faccio punture per aprirle i polmoni prematuramente e faccio punture forti di progestetone per tenere a bada la situazione. Ricomincio a vivere a letto per 10 giorni circa al fare bene fratelli. Non posso muovermi.
Isotta è piccola, pesa poco, mi dicono dopo la visita. Prego a letto. Guardo fuori dalla finestra e piove sempre. Un luglio anomalo.
Ho tanta tanta paura nel cuore e  senza gohonzon è difficile, quindi piango ma prego e prego e piango. E non smetto di desiderare più di ogni altra cosa che Isotta nasca ma in una calda giornata di ottobre.
Mancano 3 mesi ancora.
Devo resistere. Devo farcela.
Continuo con le punture ogni due giorni, fastidiosissime.
Una mattina mi chiamano in visita per ricontrollare la situazione. Il primario mi dice che l utero è tornato alla normalità che non sa spiegarsi come sia possibile ma  che nella medicina succedono cose strane, a volte. "Li chiami pure miracoli signora", mi dice.
Il giorno dopo mi dimettono. Era iniziato agosto. Il giorno che esco c è il sole finalmente dopo giorni e giorni di pioggia.
Torno a casa ma continuo la terapia delle punture ogni due giorni e continuo a vivere a letto.
Laura passa tante giornate a farmi compagnia, a sognare con me.
La paura però non passa mancano ancora mesi e allora prego.
Arriva settembre finalmente e comincio a studiare per l esame buddista di primo livello. Apro casa per studiare con i compagni di fede. Liliana, Ilaria, Dario, Chiara tutti vicini a me in questi mesi che il minimo che potessi fare era mettere a disposizione casa mia per sostenerci per l esame di novembre.
Arriva settembre, mi muovo a fatica, sono enorme per via degli ormoni.
Isotta continua a crescere con il suono del daimoku tanto che quando smettiamo scalcia perche vuole continuare a sentire quel meraviglioso suono. Il 19 ottobre iniziano le contrazioni frequenti dopo cena e allora Valerio mi porta al fate bene fratelli.
Lì mi ricoverano perché probabilmente Isotta nascerà. In realtà dopo un po' le contrazioni si fermano e aspetto per un paio di giorni poi mi dicono che il 22 mi induranno il parto.
Il 22 ottobre alle 7 am inizio ad avere forti dolori tanto che rompo le acque così chiamo le ostetriche e riferisco quanto accaduto. Trascorre una mezz'ora eterna nella quale ho delle contrazioni ravvicinate e forti e il tempo di recupero tra una e l altra è davvero molto poco. Così strillo alla mia vicina di letto di chiamare l ostetrica per andare a visita perché io non riuscivo già neppure a prendere il telecomando per chiamare.
Alle 7.30 mi visitano e sì ho perso le acque, ho dolori sempre più forti e difatti andiamo in sala parto.
Passa un altra ora tra che si apre bene il parto alle 9.00 epidurale e tutto è decisamente più chiaro.
"signora qui siamo pronti, lei è sola?"
"no dovrebbe arrivare mio marito, ha accompagnato l altro figlio a scuola..."
Arriva Valerio finalmente. L'ostetrica se lo guarda bene per tutto il parto!! Non me lo dimenticherò mai!! Difatti una volta nata Isotta mi fa I complimenti su quel bel  marito che ho. Ero dopata ma lucidissima!!
Mentre sono li in sala parto arriva Mario che mi dice che gli avevano riferito che ero pronta. Rimane con me tutto il parto mi aiuta a far uscire Isotta e quando lei arriva alle 11.30 circa mi dice: "auguri! Ce l abbiamo fatta".
Io piangendo lo ringrazio di cuore e gli dico che ho avuto tanta paura che Isotta non ce la facesse. E lui mi dice:"mi sono messo paura anche io che ti credi! Auguri ancora, vado a dire ai tuoi che è nata, che stanno qui fuori da stamattina ansiosi."
E così è arrivata Isotta Selvaggia Violante 3400 kg di puro amore. Una piccola Budda.
Era bellissima rosa paffuta con i  capelli scuri e gli occhietti vispi.
Appena l'ho guardata ho rivisto Domizia piccola. Crescendo  sembrava la fotocopia del papà. Ed ora, non se ne accorge nessuno ma somiglia tanto a me.
Isotta non ha finito di lottare appena nata, il mio sesto senso mi diceva che aveva contratto il citomegalo virus, nonostante le ultime analisi in gravidanza che risalivano a poco più di un mese prima erano negative. Così essendo considerata da tutti una pazza furiosa le ho fatto fare le analisi ad un mese di vita.
Ed infatti Isotta era positiva al cito.
Nessuno poteva dirci se avrebbe avuto disturbi. Potevamo solo aspettare.
Ho praticato mentre allattato mentre la cullavo mentre dormiva.
Non ho mai smesso di praticare.
A 4 mesi ancora un demone si riaffaccia.
Una notte di fine febbraio sento Isotta bollente così le misuro la temperatura e ha 39.5 di febbre.
Scappiamo al bambino Gesù dove me la ricoverano subito.
Nessuno sapeva dirmi cosa avesse mia figlia perché aveva solo la febbre alta.
Rimaniamo li e ci diamo il cambio io e mio marito un giorno e una notte per uno. Dopo due giorni Isotta ha un occhio enorme che non riesce ad aprire, ha un infezione e cominciano gli antibiotici forti per fermarla perché potrebbe attaccare anche le meningi. Lo stesso giorno nella nostra stanza viene ricoverata  una bimba di due mesi. Non sapevano cosa avesse ma temevano qualcosa di brutto. Così stacco dalla notte vedo la madre fuori dalla stanza devastata dalla stanchezza con in mano un libro, torno a casa e mi metto a praticare anche per la sua piccola.
Do il cambio a mio marito e lui mi dice che la bimba affianco ancora non si sa cosa abbia. E mi dice che per la prima volta ha recitato daimoku per fare stare bene questa bimba.
Da questo giorno inizia a praticare tanto che dopo poco diventa membro buddista anche lui,da scettico che era e che non ne voleva sapere nulla.
La vita è incredibile!
Isotta inizia a stare meglio e dopo una decina di giorni ci dimettono.
Nel frattempo abbiamo fatto amicizia con Giorgia e lei ci dice che finita questa avventura ci vedremo per festeggiare le nostre guarigioni.
Ad oggi Isotta è una bambina davvero meravigliosa, è proprio figlia del Budda. Se l avessi saputa disegnare non l avrei mai fatta così perfetta come è.
Ovunque vada mi dicono che è una bimba dolcissima che ha qualcosa di speciale.
Qualche giorni fa ero in fila in via de Amicis mi inchioda una macchina davanti esce di corsa una donna che mi si avvicina al finestrino e mi fa:"mamma di Isotta digli che la  Maestra la saluta tanto che ci manca e che deve venirci a trovare presto!!"
Era la sua maestra dell anno scorso.
Quest anno Isotta ha cambiato asilo.
Ora vi lascio perché lei si è svegliata e come tutte le mattine vuole fare gongyo con me.
Vi dico solo questo:una volta mentre facevo daimoku le ho chiesto:" Isy ma tu ti ricordi quando stavi in pancia questo suono?" e lei ha annuito e mi ha detto:"nagno ho renghe ciò."

Immensa gratitudine.

Nam myoho renge kyo
Nam myoho renge kyo
Nam myoho renge kyo



venerdì 12 ottobre 2018

Ricordiamoci chi siamo

Mentre se ne stava davanti alla sua classe di quinta elementare, il primo giorno di scuola, la maestra disse ai bambini una falsità. Come la maggior parte degli insegnanti, guardò i suoi studenti e disse che lei li amava tutti allo stesso modo.
Tuttavia, ciò era impossibile perché lì in prima fila, accasciato sulla sedia, c’era un ragazzino di nome Teddy Stoddard. La signora Thompson aveva osservato Teddy l’anno precedente e aveva notato che non giocava serenamente con gli altri bambini…
I suoi vestiti erano disordinati e spesso avrebbe avuto bisogno di farsi un bagno. Inoltre, Teddy era scontroso e solitario.
Arrivò il momento in cui la signora Thompson avrebbe dovuto evidenziare in negativo il rendimento scolastico di Teddy; prima però volle consultare i risultati che ogni bambino aveva raggiunto negli anni precedenti; per ultima, esaminò la situazione di Teddy.
Tuttavia, quando vide il suo fascicolo, rimase sorpresa.
In prima elementare il maestro di Teddy aveva scritto: “Teddy è un bambino brillante con una risata pronta. Fa il suo lavoro in modo ordinato e ha buone maniere”.
Il suo insegnante, in seconda elementare, aveva scritto: “Teddy è uno studente eccellente, ben voluto dai suoi compagni di classe, ma è tormentato perché sua madre ha una malattia terminale e la vita in casa deve essere una lotta”.
Il suo insegnante di terza elementare aveva scritto: “La morte di sua madre è stata dura per lui e tenta di fare del suo meglio, ma suo padre non mostra molto interesse e, se non verranno presi i giusti provvedimenti, il suo contesto famigliare presto lo influenzerà”.
Infine l’insegnante del quarto anno aveva scritto: “Teddy si è rinchiuso in se stesso e non mostra più interesse per la scuola. Non ha amici e qualche volta dorme in classe”.
A questo punto, la signora Thompson si rese conto del problema e si vergognò di se stessa. Si sentì anche peggio quando i suoi studenti le portarono i regali di Natale, avvolti in bellissimi nastri e carta brillante, fatta eccezione per Teddy. Il suo dono era stato maldestramente avvolto nella pesante carta marrone di un sacchetto di generi alimentari.
La signora Thompson però aprì il regalo prima degli altri. Alcuni bambini cominciarono a ridere quando videro un braccialetto di strass con alcune pietre mancanti e una bottiglietta di profumo piena per un quarto, ma lei soffocò le risate dei bambini esclamando quanto fosse grazioso il braccialetto e mettendo un po’ di profumo sul polso.
Quel giorno Teddy Stoddard rimase dopo la scuola, giusto il tempo di dire: “Signora Thompson, oggi profumava come la mia mamma quando usava proprio quel profumo”.
Dopo che i bambini se ne furono andati, la signora Thompson pianse per almeno un’ora; da quel giorno si dedicò veramente ai bambini e non solo per insegnare loro le sue materie. Prestò particolare attenzione a Teddy e, con la sua vicinanza, la mente del piccolo iniziò a rianimarsi. Più lei lo incoraggiava, più velocemente Teddy rispondeva. Alla fine dell’anno, Teddy era diventato uno dei bambini più intelligenti della classe e, nonostante la sua bugia che avrebbe amato tutti i bambini in ugual modo, la maestra si accorse che Teddy divenne uno dei suoi “preferiti”.
Un anno dopo la fine della scuola, la signora Thompson trovò un biglietto sotto la porta: era da parte di Teddy; la lettera diceva che era stata la migliore insegnante che avesse mai avuto in vita sua. Passarono sei anni prima che ricevesse un altro messaggio da Teddy. Terminato il liceo, terzo nella sua classe, riferiva che la signora Thompson era ancora la migliore insegnante che avesse mai avuto in vita sua.
Quattro anni dopo, ricevette un’altra lettera, dicendo che quando le cose erano difficili, a volte, era rimasto a scuola, si era impegnato al massimo e ora si sarebbe presto laureato al college con il massimo degli onori. Confermava che la signora Thompson era sempre la migliore insegnante che avesse mai conosciuto in tutta la sua vita, la sua preferita.

Passarono altri anni e arrivò ancora un’altra lettera. Questa volta spiegava che dopo aver ottenuto la laurea, aveva deciso di andare avanti. La lettera spiegava che lei era ancora la migliore e preferita insegnante che avesse mai avuto, ma ora la sua firma era un po’ più lunga. La lettera riportava, in bella grafia, Dr. Theodore F. Stoddard.
Ma la storia non finisce qui. Arrivò ancora un’altra lettera quella primavera. Teddy scrisse che aveva incontrato una ragazza e stava per sposarsi. Spiegò che suo padre era morto un paio di anni prima e chiese alla signora Thompson di accompagnarlo al matrimonio facendo le veci della madre dello sposo.
Naturalmente, la signora Thompson accettò. E indovinate un po’ che fece?
Indossò proprio quel braccialetto, quello con gli strass mancanti, quello che Teddy le aveva regalato; fece anche in modo di mettere il profumo che la madre di Teddy indossava l’ultimo Natale che passarono insieme.
Si abbracciarono e il Dr. Stoddard sussurrò all’orecchio della signora Thompson:
“Grazie signora Thompson per aver creduto in me. Grazie mille per avermi fatto sentire importante e per avermi mostrato che avrei potuto fare la differenza.”
La signora Thompson, con le lacrime agli occhi, sussurrò: “Teddy, ti stai sbagliando. Sei tu quello che mi ha insegnato che potevo fare la differenza: non sapevo come insegnare fino a quando ti ho incontrato.”

venerdì 5 ottobre 2018

Tu non mi disturbi mai e altre cose bellissime

Poi arriva quel messaggio.
Quando meno te lo aspetti.
Nella frenesia di un pomeriggio qualunque prendi il telefono e scrivi un pensiero dolce, intenso, come sai fare tu e speri che dall altra parte si percepisca la profondità della tua azione. Che arrivi chiaro e deciso. Irruente ma fresco. Non tutti quelli che parlano con il cuore ottengono risposte altrettanto sensitive. Spesso è più conveniente rispondere con il calcolo, con la freddezza della mente.
Ed invece... Arriva un tu non disturbi mai e altre cose bellissime.

lunedì 1 ottobre 2018

Carne

Torno a casa con il tuo profumo,
Tu torni a casa con il mio.
Non bastano l'acqua e il sapone a togliermi tutto l'amore di dosso.
Ancora lo sento se chiudo gli occhi.
Quanto siamo stati intimi, mi chiedo, quasi quanto ci ignoriamo, mi rispondo.
È buffo, no?
Mi accorgo che sono sempre di cattivo umore quando ti incontro perché hai scoperto l angolo più fragile del mio cuore e l hai infreddolito.
E io mi sento più nuda ora, che ieri sul tuo letto.
Ci rimane una serata da soli a pensarci, un messaggio per parlare senza capirci, nonostante abbiamo due occhi che si capiscono senza parlare.
Questo è l'amore.
Basterebbero 3 minuti di contatto per non resisterci più.
E invece no.


A. P.