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lunedì 15 giugno 2020

togliete l' audio

Quante volte abbiamo notato la dissonanza tra quello che ci dicevano con le ricercate parole e quello che ci mostravano, con le loro azioni.
In questi giorni di quarantena, che sembravano essere tutti uguali, io ho invertito le mie tendenze, ho rischiato di non essere banale. Ho viaggiato, pur rimanendo ferma in casa, attraverso tutte quelle relazioni che mi sono sfuggite di mano per capire dove potevo evolvermi e  dove potevo scoprire le parole taciute degli altri. Nei nostri dialoghi ho tolto l'audio e ho scoperto che non sempre le negazioni erano frutto di non approvazione, erano semplicemente mera paura di essere altro da ciò che si è. Era la paura del nuovo, di un cuore che batte, di un sentimento che nasce, di un abbraccio cosmico che sarebbe potuto finire arrecando sofferenza, lasciandoci nudi su di un pavimento troppo freddo. Parlo di un qualsiasi tipo di relazione che sia con un'amica o con un compagno non cambia nulla, perché è un sentimento di amore. E quando amiamo davvero, siamo estremamente fragili. 

domenica 31 maggio 2020

pensieri 2009

conosco amori eterni che vivono nella mente. conosco persone che tacciono nella timidezza dei loro sguardi. conosco animi inquieti che si soffocano incessantemente nella ricerca della libertà. 

miei pensieri 2009.

giovedì 2 aprile 2020

Giornata dell'unicità

"Signora suo figlio agita le braccia durante la lezione".
"?...Tanto?"
"Un po"
"Caspita...mi spiace. È un problema?"
"Lo devo riprendere e chiedergli cosa c'è..."
"Capisco."
"Ma scusi a casa non lo fa?"
"Si a volte."
"E come mai?"
"A me non da fastidio. Non ci faccio troppo caso..."
"Eh ma a scuola..."
"Si sì certo si dovrebbe contenere..."
"Esatto signora!"
"Maestra, lei ha figli?"
"No."
"Capisco...mi spiace o magari no perché volendo è stata una sua scelta, non so...ma in ogni caso a lei le capita mai di essere felice?"
La maestra interdetta accenna una smorfia meramente contrariata.
"Cioè? Cosa intende?"
"Intendo la felicità. La felicità lei lo sa cos è?"
"Certo!"
"Bene, quindi lei sa che la felicità sazia il cuore, e non si può contenere, sa che è inarrestabile, che rompe gli argini della razionalità e fa agire con disinvoltura...e che quindi fa fare anche cose 'strane', diverse...dal comportamento ordinario intendo..."
"Si..."
"Ecco mio figlio agita le braccia in aria quando è felice. Facciamo in modo di non interrompere questo momento che tra l'altro è
anche caduco...con uno sfogo di rabbia verso di lui semplicemente perché lei non sa gestirlo."

Oggi è la giornata dell'unicità.
Fortunatamente il bambino di cui narro qui ha solo un piccolo 'tic', ovviamente questo racconto è tutta una finzione, ma sono sicura che scenari come questi esistano davvero.
La domanda è:
"A cosa serve maestre, indossare la maglietta blu dell'unicità se poi ci terrorizza un bambino un po' più vivace degli altri o come in questo caso con un ticchetto?"

Riflettiamo. ❤

giovedì 30 gennaio 2020

Frasi sparse

Della donna che sono
mi succede, a volte, di osservare nelle altre, la donna che potevo essere;
donne garbate esempio di virtù,
laboriose brave mogli, come mia madre avrebbe voluto.Non so perchè
… tutta la vita ho trascorso a ribellarmi a loro.
Odio le loro minacce sul mio corpo
la colpa che le loro vite impeccabili,
per strano maleficio mi ispirano;
mi ribello contro le loro buone azioni,
contro i pianti notturni sotto il cuscino,
contro la vergogna della nudità sotto la biancheria intima, stirata e inamidata.Queste donne , tuttavia, mi guardano dal fondo dei loro specchi;
alzano il loro dito accusatore
e, a volte, cedo al loro sguardo di biasimo
e vorrei guadagnarmi il consenso universale,
essere la “brava bambina”, la “donna per bene”, la Gioconda irreprensibile,
prendere dieci in condotta
dal partito, dallo Stato, dagli amici, dalla famiglia, dai figli
e da tutti gli esserei che popolano abbondantemente questo mondo.In questa contraddizione inevitabile tra quel che doveva essere e quel che è,
ho combattuto numerose battaglie mortali,
battaglie inutili, loro contro di me
-loro contro di me che sono me stessa-
con la psiche dolorante, scarmigliata,
trasgredento progetti ancestrali, lacero le donne che vivono in me
che, fin dall’infanzia, mi guardano torvo
perchè non riesco nello stampo perfetto dei loro sogni,
perchè oso essere quella folle, inattendibile, tenera e vulnerabile
che si innamora come triste puttana
di cause giuste, di uomini belli e di parole giocose
perchè, adulta , ha osato vivere l’infanzia proibita
e ho fatto l’amore sulle scrivanie nelle ore d’ufficio,
ho rotto vincoli inviolabili e ho osato godere
del corpo sano e sinuoso di cui i geni di tutti i miei avi mi hanno dotata.

Non incolpo nessuno. Anzi ringrazio dei doni.
Non mi pento di niente, come disse Edith Piaf:
ma nei pozzi scuri in cui spofondo al mattino, appena apro gli occhi,
sento le lacrime che premono, nonostante la felicità che ho finalmente conquistato,
rompendo cappe e stratidi roccia terziaria e quaternaria,
vedo le altre donne che sono in me, sedute nel vestibolo
che mi guardano con occhi dolenti e mi sento in colpa per la mia felicità.

Assurde brave bambine mi circondano e danzano musiche infantili … contro di me;
contro questa donna fatta, piena,
la donna dal seno sodo e i fianchi larghi,
che, per mia madre e contro di lei, mi piace