Lui, alto, nerboruto, due grandi occhi neri, un naso sporgente, una bocca carnosa.
Lei, bella bellissima, truccata perfettamente per ridurre l'età anagrafica, i capelli color del fuoco che si intrecciano tra di loro come tentacoli e delineano due occhi acquosi e profondi, come il mare in tempesta.
Lui entra in ufficio, è distinto ed elegante, nonostante la sua giovane età.
Lei è seduta e aspetta il suo turno guardando il numero che ha in mano, quasi a imprecare arrivi presto.
Lui stacca il biglietto con il numero dalla lingua dell'eliminacode che scatta subito.
Si dirige allo sportello consapevole delle bestemmie dei vecchi dietro di lui, quindi accellera il passo, e va nella direzione opposta a quella dove è seduta madama rossa.
Lo sportello è l'ultimo ed il più nascosto.
Siamo io e lui.
"Buongiorno, devo spedire due raccomandate" e me le porge.
"salve" e sono operativa.
Lui, non è un cliente abituale, non so che lavoro faccia ma è qualcosa di importante. È sempre ben vestito, curato, profumato.
Ha un incarico, un ruolo ed è sempre molto serio anche se quando si congeda apre la sua grande bocca in un autentico sorriso.
Vedo centinaia di persone al giorno che sostano in ufficio ma credetemi è meramente difficile percepire una sincerità del cuore in centinaia di persone.
Non vorrei cadere nel mielato del discorso ma quando uno ti sorride senza malizia o ti da il buongiorno perchè veramente lo sia un BUON giorno, te ne accorgi perché lo fa in modo diverso, senza alimentare la ripetitività dei gesti, insomma senza deprezzare quel rito in convenzione.
Le persone vere si riconoscono, come quelle empatiche, aperte come una finestra che da su un paesaggio da cartolina.
Questo è ciò che mi trasmette l'elitè.
La maggior parte dei clienti arrivano senza salutare o con un saluto retorico, sbrigano le loro cose e si congedano con lo stesso broncio con il quale si svegliano mattina dopo mattina, che gli ha segnato varchi di rughe d'espressione.
Il ragazzo si allontana da me e si appresta ad uscire quando alza lo sguardo e vede lei, la signora dai capelli rossi.
Non so descrivervi minuziosamente il suo volto illuminato appena la vede, perchè è qualcosa di così intimo.
"Ciao Monica" dice e non si trattiene dalla felicità nello scoprirla lì, in un martedì qualunque.
Lei si alza in piedi e lo bacia sulle guance.
Certi occhi che si guardano non li puoi staccare, sono così veri, così puri, così candidi, come la neve.
Si fermano a parlare.
Si evince che è diverso tempo che non si vedono.
Si percepisce che c'è qualcosa tra di loro, come una forza, una sinergia, come l 'amore.
Ed è profondamente bello.
Ripercorro a mente la loro storia.
Si sono visti l'ultima volta una sera d'estate quando tutto è leggero, anche il lasciarsi per sempre.
Quanta decisione ci vuole nel terminare una storia per la differenza di età?
Erano molto innamorati, avevano trovato un loro equilibrio dentro spazi scavati a forza negli impegni quotidiani.
Erano felici, felici davvero, forse proprio perchè consapevoli che fuori la loro vita di coppia non esisteva.
Era come un sogno e potevano permettersi il lusso di non svegliarsi mai.
Le loro ore dentro l'hotel caracciolo, vicino la stazione termini, erano il più bel regalo che potevano donarsi l'un l'altro.
Ore scandite da una passione fugace a tratti intensa, quasi violenta.
I loro corpi incastrati mentre fuori pioveva, quando il sole scaldava, quando la tramontana puliva l'aria e restituiva un cielo chiaro, dipinto.
Le loro bocche rosse che si volevano, ansimavano e poi si raccontavano.
Chiacchieravano delle loro vite intrise di successi e di frustrazioni.
Passavano ore a ridere, a ridere con gli occhi.
Una felicità racchiusa dentro 15 metri quadri in una stanza di albergo.
Ed ora erano lì, davanti a decine di persone, dove nessuno conosceva il loro inconfessabile segreto.
Ho scorto il loro stupore nel rivedersi e ho provato un brivido.
Sono questi gli attimi per i quali viviamo, dove la vita si mostra in tutta la sua eternità.
Poi ancora continuano a guardarsi, arrossiscono e ridono piano di qualcosa che si sono detti.
Dura tutto pochissimi minuti, poi si salutano; lei si risiede, sospira e sorride guardando il suo biglietto con il numero.
Lui esce dall'ufficio, si ferma un secondo, guarda le macchine che passano e poi si riavvia.
E io sono sicura che entrambi pensano:" cosa c'è di più crudo di amore infinito, finito?"
Perchè certi legami vanno oltre la pelle e il sangue.
Sono immensamente eterni.