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mercoledì 28 febbraio 2018

Cos'è la guerra?

Cos'è la guerra?

Un missile che costa 100mila dollari, lanciato da un aereo che costa 20 milioni, e che vola con il costo di 6mila dollari all'ora, per uccidere gente che vive con meno di un dollaro al giorno.
Per incrementare il mercato delle armi.
Per giustificare militari o meglio, posti di lavoro.
Per metterci gli uni contro gli altri.
Per creare terrorismo, perchè si sa, quando la paura permea gli ambienti, un popolo si controlla meglio.

Ecco cos' è la guerra.

Napoli e poi.

Bufera di neve, citta' fantasma,scuole chiuse ma l'ufficio postale pieno di gente.
Come è scritto nel libro dell'Apocalisse:"prima della fine del mondo, andate nell'ufficio postale!redimerete i vostri peccati ".
...a bullett scade oggi.
...mtti sti sord ngopp a u libbrett.
...facit(e)  stu vagli(e).

domenica 25 febbraio 2018

Quattro occhi

Lui, alto, nerboruto, due grandi occhi neri, un naso sporgente, una bocca carnosa.
Lei, bella bellissima, truccata perfettamente per ridurre l'età anagrafica, i capelli color del fuoco che si intrecciano tra di loro come tentacoli e delineano due occhi acquosi e profondi, come il mare in tempesta.
Lui entra in ufficio, è distinto ed elegante, nonostante la sua giovane età.
Lei è seduta e aspetta il suo turno guardando il numero che ha in mano, quasi a imprecare arrivi presto.
Lui stacca il biglietto con il numero dalla lingua dell'eliminacode che scatta subito.
Si dirige allo sportello consapevole delle bestemmie dei vecchi dietro di lui, quindi accellera il passo, e va nella direzione opposta a quella dove è seduta madama rossa.
Lo sportello è l'ultimo ed il più nascosto.
Siamo io e lui.
"Buongiorno, devo spedire due raccomandate" e me le porge.
"salve" e sono operativa.
Lui, non è un cliente abituale, non so che lavoro faccia ma è qualcosa di importante. È sempre ben vestito, curato, profumato.
Ha un incarico, un ruolo ed è sempre molto serio anche se quando si congeda apre la sua grande bocca in un autentico sorriso.
Vedo centinaia di persone al giorno che sostano in ufficio ma credetemi è meramente difficile percepire una sincerità del cuore in centinaia di persone.
Non vorrei cadere nel mielato del discorso  ma quando uno ti sorride senza malizia o ti da il buongiorno perchè veramente lo sia un BUON giorno, te ne accorgi perché lo fa in modo diverso, senza alimentare la ripetitività dei gesti, insomma senza deprezzare quel rito in convenzione. 
Le persone vere si riconoscono, come quelle empatiche, aperte come una finestra che da su un paesaggio da cartolina.
Questo è ciò che mi trasmette l'elitè.
La maggior parte dei clienti arrivano senza salutare o con un saluto retorico, sbrigano le loro cose e si congedano con lo stesso broncio con il quale si svegliano mattina dopo mattina, che gli ha segnato varchi di rughe d'espressione.
Il ragazzo si allontana da me e si appresta ad uscire quando alza lo sguardo e vede lei, la signora dai capelli rossi.
Non so descrivervi minuziosamente il suo volto illuminato appena la vede, perchè è qualcosa di così intimo.
"Ciao Monica"  dice e non si trattiene dalla felicità nello scoprirla lì, in un martedì qualunque.
Lei si alza in piedi e lo bacia sulle guance.
Certi occhi che si guardano non li puoi staccare, sono così veri, così puri, così candidi, come la neve.
Si fermano a parlare.
Si evince che è diverso tempo che non si vedono.
Si percepisce che c'è qualcosa tra di loro, come una forza, una sinergia, come l 'amore.
Ed è profondamente bello.
Ripercorro a mente la loro storia.
Si sono visti l'ultima volta una sera d'estate quando tutto è leggero, anche il lasciarsi per sempre.
Quanta decisione ci vuole nel terminare una storia per la differenza di età?
Erano molto innamorati, avevano trovato un loro equilibrio dentro spazi scavati a forza negli impegni quotidiani.
Erano felici, felici davvero, forse proprio perchè consapevoli che fuori la loro vita di coppia non esisteva.
Era come un sogno e potevano permettersi il lusso di non svegliarsi mai.
Le loro ore dentro l'hotel caracciolo, vicino la stazione termini, erano il più bel regalo che potevano donarsi l'un l'altro.
Ore scandite da una passione fugace a tratti intensa, quasi violenta.
I loro corpi incastrati mentre fuori pioveva, quando il sole scaldava, quando la tramontana puliva l'aria e restituiva un cielo chiaro, dipinto.
Le loro bocche rosse che si volevano, ansimavano e poi si raccontavano.
Chiacchieravano delle loro vite intrise di successi e di frustrazioni.
Passavano ore a ridere, a ridere con gli occhi.
Una felicità racchiusa dentro 15 metri quadri in una stanza di albergo.
Ed ora erano lì, davanti a decine di persone, dove nessuno conosceva il loro inconfessabile segreto.
Ho scorto il loro stupore nel rivedersi e ho provato un brivido.
Sono questi gli attimi per i quali viviamo, dove la vita si mostra in tutta la sua eternità.
Poi ancora continuano a guardarsi, arrossiscono e ridono piano di qualcosa che si sono detti.
Dura tutto pochissimi minuti, poi si salutano; lei si risiede, sospira e sorride guardando il suo biglietto con il numero.
Lui esce dall'ufficio, si ferma un secondo, guarda le macchine che passano e poi si riavvia.
E io sono sicura che entrambi pensano:" cosa c'è di più crudo di amore infinito, finito?"
Perchè certi legami vanno oltre la pelle e il sangue.
Sono immensamente eterni.

domenica 18 febbraio 2018

Ciao o niente

E vorrei scriverti una di quelle lettere ma andrebbe bene anche solo ciao. Ma poi mi fermo e metto la penna giù. E allora resto ad aspettare invano. E poi guardo fuori dalla finestra e non ti trovo neppure lì. Sei totalmente nei miei pensieri che non puoi essere altrove. E ti stringo anche se sei inconsistente. Ma mi sento talmente intera! Chissà se hai mai provato questa sensazione di essere integri, quel posto in cui non ti sposteresti mai per non dividerti. E poi mi ricordo che cercare,  pensare e sentire son cose diverse e io ti penso ma non ti cerco, e questo divario mi corrode. 

martedì 13 febbraio 2018

Let clouds fall on us

A volte mi rendo conto che è difficile trovarmi nelle parole.
Forse sarebbe meglio tacere, per non farmi sprecare in pensieri che non corrispondono alla mia, di realtà.
Vorrei far volteggiare le mie soffici nuvole di gioie passeggere e poi vorrei mostrartele e capire dai tuoi occhi se anche tu ti commuovi come me.
Se sei tu quella meta a cui voglio arrivare senza indugio.

Lascia che le nuvole cadano su di noi.

domenica 11 febbraio 2018

11 febbraio in ricordo di Sylvia

“Non farmi disperare al punto da buttar via il mio onore per la mancanza di consolazione; non farmi nascondere nell’alcool e non permettere che mi laceri per degli sconosciuti; non farmi essere tanto debole da raccontare agli altri come sanguino dentro; come giorno dopo giorno gocciola, si addensa e si coagula”.

Sylvia Plath ❤️
(27 ott. 1932 – 11 feb. 1963)

sabato 10 febbraio 2018

9 febbraio

Mauri 4 anni che non ci sei più. Mi sembra passata un'eternità, tanto grava la tua assenza. Ti ricordi? Fino a notte fonda a parlare al telefono, tu a dirmi:"continua a lottare per le ingiustizie, come ho fatto io!!" Io che non ho peli sulla lingua, porto ancora oggi avanti questo tuo pensiero che è anche il mio.
Chi non si oppone al male pur vedendolo e riconoscendolo, contribuisce al male.

Dedicata a te amico mio.
Alla prossima vita.

https://youtu.be/svmCboEqVq8

Ciao!

Ciao, avrei voluto inciampare in te, oggi o un altro giorno qualunque, che poi il tempo è relativo, puntare gli occhi nei tuoi e dirti che volevo parlare ma poi ho scritto.
Mi manchi sì  lo so che è banale detta così.
Ci proverò meglio.
Mi manca la tua carne...no.
Mi manca affondare le mie mani nella tua carne, i baci lenti poi più veloci, i vestiti per terra e gli occhi chiusi.
Ho desistito, ho resistito volevo qualcosa fuori dall'ordinario, che è lento.
Non aspiro a relazioni basiche.
Non sono quel tipo di persona che si accontenta e soprattutto non sono una donna prevedibile.
Mi hai detto che sei diverso.
Ci rido su.
Mi hai detto che non ti sprechi in complimenti.
No, non è per me.
Un interagire silenziato da sguardi.
Possibile che l 'anonimato sia l'unica cura?
Sta passando, lo sento che sta scivolando via, altrove da me.
Volevo dilettarmi in una di quelle passioni che ti travolgono impetuose, in quegli abissi fatti di scelte o di rinunce.
Probabilmente non sei tu ed è un vero peccato perchè per me la premessa c'era.
Difficilmente noto altri uomini.
Ma all'improvviso con te è successo e dalla prima volta che ti ho visto.
Che poi neanche sei il mio tipo, ma vedi com è sottile l'attrazione, lo scheletro dell'amore?
Volevo dirtelo ma poi niente l'ho scritto che noi,ultimi timidi rimasti arrossiamo.

giovedì 1 febbraio 2018

Bolle di sapone

Ci sono giorni in cui mi manchi così tanto che percepisco i ricordi vividi e mi aggrappo all immagine di un tuo sguardo per sentirmi intera.
È inverno e oggi piove pure.
Ma perchè non piovono mai bolle di sapone?